Nel panorama sportivo italiano, si solleva un’interrogativo cruciale riguardo allo stato e alla qualità delle infrastrutture sportive. Secondo Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il credito sportivo e culturale, è essenziale affrontare il tema della rigenerazione degli stadi e degli impianti sportivi. Nel corso della presentazione dello studio “100 Italian stories Sport Facilities“, tenuta presso la sala Europa Experience David Sassoli a Piazza Venezia, Quintieri ha evidenziato come il patrimonio infrastrutturale del nostro Paese sia in un netto stato di deterioramento. Le strutture, infatti, avrebbero un’età media di circa 60 anni, collocando l’Italia decisamente al di fuori dei primi dieci posti in Europa per investimenti in nuove strutture. Questa realtà pone l’Italia in una posizione difficile, soprattutto considerando le grandi potenzialità che le aziende italiane detengono all’estero.
Il richiamo di Beniamino Quintieri al rinnovamento delle infrastrutture sportive non è solo un appello, ma una necessità per restituire al Paese un il suo posizionamento competitivo a livello europeo e mondiale. La scarsa qualità degli impianti influisce non solo sulle prestazioni degli atleti ma anche sulla capacità di attrarre eventi sportivi di rilevanza internazionale. Così come evidenziato dallo studio presentato, molti impianti sportivi italiani non sono al passo con le innovazioni tecnologiche e le normative più recenti in materia di sicurezza e accessibilità. Questo ritardo tecnologico e strutturale non è solo un problema di immagine, ma si traduce anche in una perdita economica significativa.
Investire nella rigenerazione delle strutture sportive potrebbe avere un effetto a catena positivo su vari livelli: non solo migliorerebbe le condizioni di allenamento per gli atleti, ma potrebbe anche incentivare la partecipazione della popolazione a pratiche sportive, un aspetto fondamentale per il benessere collettivo. La presenza di infrastrutture moderne e accessibili è, infatti, uno dei fattori determinanti che favoriscono la partecipazione alle attività sportive e alle manifestazioni di richiamo.
Nel suo intervento, Quintieri ha anche voluto mettere in luce due contraddizioni fondamentali che caratterizzano il mondo sportivo italiano. La prima è quella tra l’ottimo rendimento degli atleti nelle competizioni internazionali e il basso tasso di partecipazione della popolazione nostrana a pratiche sportive, che è tra i più bassi in Europa. Questa discrepanza può essere attribuita a vari fattori, inclusa la carenza di strutture adeguate e la percezione che le attività sportive siano poco accessibili.
La seconda contraddizione evidenziata riguarda il contrasto tra l’eccellenza delle tecnologie e delle costruzioni in Italia e l’effettivo stato delle infrastrutture sportive. Seppur il nostro Paese possa contare su competenze eccezionali nel settore della tecnologia e della realizzazione di opere pubbliche, la manutenzione e l’adeguamento delle infrastrutture esistenti non sono stati affrontati con la necessaria urgenza. Questa situazione non solo rallenta lo sviluppo di nuovi talenti, ma frena l’interesse verso gli investimenti stranieri e la creazione di eventi sportivi preferibili.
Guardando al futuro, l’auspicio di Quintieri è quello di avviare un massiccio rinnovamento delle infrastrutture sportive italiane. Non si tratta solo di sostituire o ristrutturare gli stadi esistenti, ma di concepire un piano di investimento che preveda l’adeguamento delle strutture al contesto attuale, in linea con le migliori pratiche europee e internazionali. Il rafforzamento del settore sportivo non è solo un obiettivo locale, ma un tassello importante nel panorama globale, dove l’Italia potrebbe riacquistare un ruolo di primissimo piano.
Il messaggio di Quintieri rappresenta quindi un’opportunità di riflessione e azione, sotto il profilo sia economico che sociale. Rinnovare l’architettura sportiva del Paese, potenziando la qualità delle strutture a vantaggio di atleti e cittadini, è fondamentale per creare un futuro migliore non solo per lo sport, ma per l’intera comunità italiana. La sfida è aperta e le possibilità sono enormi, ma la strada per recuperarne il potenziale è tracciata.