La situazione attuale tra Israele e Gaza segna un capitolo difficile anche nel mondo del calcio. Mentre dalla Palestina continuano a fare appelli affinché Israele venga escluso dalla FIFA, la nazionale israeliana si prepara ad affrontare l’Italia in un incontro che avrà luogo a Budapest.
Da luglio scorso, la richiesta della Palestina per l’espulsione di Israele dalla FIFA è stata ufficialmente respinta. Questo evento ha generato una serie di reazioni e tensioni, non solo politiche ma anche emotive nel mondo dello sport. A confermare questa atmosfera drammatica, il recente bombardamento aereo israeliano a Gaza, dove ha perso la vita Mohammed Al Baaz, un calciatore dell’AHLI GAZA. Questa è la quarta morte nel club dall’inizio del conflitto, evidenziando come la guerra stia impattando profondamente anche sul calcio locale. Oltre all’aspetto umano evidenziato dalla perdita di vite, questi eventi sollevano interrogativi sulla partecipazione di Israele nelle competizioni internazionali.
Per Israele, giocare in trasferta è diventata una necessità, un aspetto complicato della propria realtà calcistica. Il match con l’Italia è programmato per domani presso la Bozsik Arena di Budapest. Lo stadio, sede dell’Honvéd, avrà le porte aperte per un incontro che promette di attirare l’attenzione di molti tifosi, tra cui la significativa comunità ebraica ungherese, che conta oltre 80.000 membri, la più vasta dell’Europa centro-orientale esclusa la Russia. Il ct Ran Ben Shimon ha espresso un forte senso di perdita per il fatto che la nazionale non potrà contare sul calore del proprio pubblico, auspicando una grande affluenza di tifosi a Budapest.
Recentemente, Israele ha dovuto giocare in casa di altri paesi, come nel caso del Belgio, dove il match si è disputato a porte chiuse per motivi di sicurezza, impossibilitando ogni forma di supporto locale. Questo isolamento sportivo ha accresciuto la frustrazione dell’intera squadra, costretta a destreggiarsi tra le sue ambizioni calcistiche e le difficoltà quotidiane dettate dalla situazione geopolitica.
Sottolineando questo aspetto, Ben Shimon ha dichiarato: “Sono grato a chi si sta recando in Ungheria per il match, ma sento un grande rammarico per l’assenza di un tifo nazionale caloroso.” Ha sottolineato quanto fosse importante poter giocare con il proprio pubblico accanto.
La prossima partita contro l’Italia rappresenta una sfida significativa per Israele, soprattutto considerando i risultati recenti della nazionale italiana, che ha ottenuto un’importante vittoria contro la Francia. Ben Shimon ha mostrato rispetto per l’allenatore Luciano Spalletti e il suo operato, pur evitando di entrare nei dettagli sulle strategie avversarie prima dell’incontro. La consapevolezza delle difficoltà affrontate dal suo team è palpabile, ma la fiducia nei propri giocatori è chiara.
Il ct ha anche menzionato la necessità di apportare modifiche alla formazione, prevedendo nuovi innesti per dare spazio a chi ha avuto meno opportunità. Anche se non ha rivelato particolari tattiche, ha manifestato la volontà di affrontare ogni avversario con una mentalità competitiva, guardando oltre le mere statistiche e concentrandosi sull’impegno e la determinazione dei suoi giocatori.
La partita di domani, quindi, non sarà solo un incontro sportivo, ma un evento carico di significati, in un contesto in cui il calcio diventa uno strumento di resistenza e orgoglio nazionale.