L’attenzione del mondo della moda si è concentrata nei giorni scorsi su Ivanka Trump, dopo che ha indossato un abito che ha suscitato pareri contrastanti e interrogativi sul significato di quell’ispirazione. Il vestito, che ha richiamato l’iconico look di Audrey Hepburn nel film “Sabrina”, ha fatto discutere per le sue implicazioni storiche e culturali, nonché per il contesto politico in cui si inserisce. Sean Ferrer, figlio della celebre attrice, ha espresso le sue perplessità e il suo sconcerto in merito.
Quando Sean Ferrer ha visto Ivanka Trump vestita con un abito che replicava fedelmente il modello bianco con ricami floreali neri creato da Hubert de Givenchy per il film “Sabrina”, non ha potuto fare a meno di sentirsi sconcertato. In un’intervista con il Daily Mail, Ferrer ha rivelato che molte persone non avrebbero immaginato una connessione tra la sua famiglia e quella dei Trump. Ha ricordato che Audrey Hepburn avrebbe condiviso posizioni più affini a quelle espresse dalla vescova episcopale Mariann Budde, che ha recentemente chiesto “misericordia” per le comunità LGBTQ+ e i migranti, piuttosto che quelle del nuovo presidente.
Ferrer, figlio dell’attrice e del regista Mel Ferrer, ha sottolineato che il giorno dell’insediamento di Donald Trump coincideva anche con il 32esimo anniversario della morte di sua madre. Questo evento simbolico ha amplificato la risonanza emotiva del momento, creando un contrasto affascinante tra il glamour dell’evento e la gravità della memoria della Hepburn, una donna che ha dedicato gran parte della sua vita alle cause umanitarie.
La connessione tra le due famiglie non è solo superficiale. Sean Ferrer ha menzionato come Ivanka Trump e suo padre possano vantare legami con la sua famiglia che risalgono a diverse collaborazioni. Ad esempio, Marla Maples, la matrigna di Ivanka, ha fatto parte del Children’s Fund fondato da Audrey Hepburn negli anni ’90. Allo stesso modo, Ivana Trump, la prima moglie di Donald Trump e madre di Ivanka, è stata molto vicina a Rofredo Gaetani, amico d’infanzia di Audrey Hepburn.
Questi legami familiari mettono in evidenza non soltanto il contesto sociale in cui si muovono, ma anche le influenze culturali che hanno segnato le vite di quelle generazioni passate. Hepburn è conosciuta non solo come attrice, ma anche come attivista e ambasciatrice di buona volontà per l’UNICEF, dove ha speso anni a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che affliggono l’infanzia nel mondo. La sua eredità, come evidenziato da Ferrer, ha avuto un impatto duraturo e si estende oltre le barriere culturali e geografiche.
Il clamore attorno all’abito di Ivanka Trump giunge in un momento di grande tensione nel mondo della moda. Con le sfilate del menswear attualmente in corso a Parigi, il settore è preoccupato per le potenziali ripercussioni di una guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Il fondatore e CEO di LVMH, Bernard Arnault, e i suoi figli sono stati presenti in prima fila all’Inauguration, mentre designers come Walter Van Beirendonck hanno espresso il loro timore e disagio per l’atteggiamento dell’industria nei confronti della retorica presidenziale.
Van Beirendonck ha dichiarato che la moda teme Trump e spesso evita di criticarlo per non danneggiare i propri interessi commerciali. Questo comportamento ha alimentato discussioni su quanto sia importante che i creativi prendano posizione e denuncino l’atteggiamento “disgustoso” del presidente. Questa tensione tra finanza e moralità continua a suscitare dibattiti sul futuro della moda e sulla responsabilità sociale degli stilisti e delle case di moda.
In questo scenario complesso, l’abito di Ivanka Trump non è solo un semplice capo di abbigliamento. Diventa un simbolo di un dialogo più ampio su bellezza, cultura, identità e responsabilità sociale.