Javier Pastore: un viaggio tra nostalgia e futuro nel calcio dopo l’assenza prolungata

Javier Pastore, noto come “il Flaco”, ha rivelato dettagli intimi della sua vita nel calcio in un’intervista recente, evidenziando un percorso complesso e personale. Dopo un’assenza dal campo di gioco di un anno e sette mesi a causa di un intervento chirurgico, Pastore riflette sulla sua carriera, sul cambiamento del football moderno e sulle sue aspirazioni future nel settore sportivo. Con queste rivelazioni, il calciatore ex rosanero ha inaugurato il nuovo format televisivo “Torretta Cafè“, un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Palermo FC, dove condivide la sua storia e le sue esperienze.

un anno e sette mesi di assenza e riflessione

Il calciatore ha trascorso un periodo significativo lontano dai campi da gioco, un lusso che pochi atleti possono permettersi senza conseguenze per la loro carriera. “Non gioco più a calcio da un anno e sette mesi”, afferma Javier, esprimendo il peso emotivo e fisico legato a quella pausa forzata. Otto mesi fa, Pastore ha subito un intervento chirurgico, ma ora assicura di stare bene e di non avvertire più i fastidi che lo avevano tenuto lontano dal calcio attivo. Tuttavia, non nasconde di aver perso tempo prezioso.

Durante il suo recupero, Pastore ha notato quanto il mondo del calcio stia cambiando. Ogni stagione porta nuove tendenze e metodi di allenamento, impattando sulla forma fisica e sulle preparazioni dei giocatori, ormai considerati veri e propri atleti. Il Flaco ha preso atto di come oggi la preparazione fisica sia fondamentale per stare al passo con gli standard sempre più elevati del professionismo calcistico. In questo contesto, l’ex calciatore ribadisce di non avere attualmente l’intenzione di riprendere a giocare, ma piuttosto di annunciare ufficialmente il ritiro dal calcio professionistico entro giugno 2025.

l’amore per il calcio e le aspirazioni future

Oltre a riflettere sulla sua carriera agonistica, Javier Pastore ha anche condiviso il suo desiderio di rimanere nel mondo del calcio, grazie a una passione che non si è affievolita nel tempo. “Mi piacerebbe restare nel calcio – ammette – perché lo amo e mi piacerebbe tanto aiutare i bambini a crescere e a formarsi”. Per realizzare questo obiettivo, il Flaco ha intrapreso un percorso formativo, iscrivendosi a un corso di management con la FIFA, dove potrà approfondire le sue conoscenze e competenze nel settore. Inoltre, Pastore sta valutando anche un corso per diventare direttore sportivo.

La sua carriera a Palermo ha avuto un impatto significativo sulla sua vita, e molto del suo coinvolgimento nel progetto educativo è legato al desiderio di restituire alla comunità qualcosa di speciale. La scelta di venire a giocare nel club siciliano, racconta l’ex calciatore, è stata influenzata dalla sua famiglia, che ha giocato un ruolo cruciale nel decidere tra le diverse offerte ricevute. “C’erano Chelsea, Milan e Porto come altre opzioni rispetto al Palermo”, ha rivelato, sottolineando come la decisione sia stata condivisa e ponderata attentamente insieme ai suoi cari.

aneddoti da un’avventura indimenticabile

Durante il talk show “Torretta Cafè“, Javier Pastore ha deliziato gli spettatori con alcuni aneddoti divertenti e memorabili legati ai suoi anni a Palermo. Racconta di come, per il suo amore per il bowling, fosse stato dotato di speciali privilegi dai proprietari del bowling locale, i quali gli consentivano di accedere alla struttura anche a tarda notte. “Mi piaceva giocare al bowling – ricorda – ma durante la giornata non potevo andare. Allora i proprietari mi facevano venire a mezzanotte e mi lasciavano tutto il bowling aperto. Mi davano le chiavi, passavo due ore con tutti i miei amici a giocare”.

Questi momenti di svago sono un chiaro segno di come Pastore non abbia mai perso il contatto con la sua vena giovanile, anche se le responsabilità e gli impegni calcistici si accumulavano. All’epoca, nonostante le esigenze delle competizioni, continuava a partecipare a partite di calcetto con gli amici. Aneddoti come questo non solo mostrano il lato umano del calciatore, ma anche il modo in cui ha gestito il proprio tempo libero pur mantenendo il focus sulla carriera. La nostalgia di quelle serate informali traspare nella sua narrazione, rendendo la sua storia ancora più affascinante per i fan e gli esperti del settore.

Published by
Valerio Bottini