Il tema della pirateria nel calcio e delle sue normative è al centro del dibattito sportivo europeo. Durante il Social Football Summit, che si sta svolgendo allo Stadio Olimpico di Roma, il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, ha sottolineato l’importanza della legge italiana in materia di pirateria, esprimendo il desiderio che anche la Spagna possa adottare misure simili. Le sue dichiarazioni non si sono limitate a questo aspetto, ma hanno toccato anche la questione della Superlega e le recenti manovre delle federazioni calcistiche.
Tebas sulla pirateria: una legge esemplare
Javier Tebas ha sostenuto con convinzione che la normativa italiana sulla pirateria rappresenta un modello esemplare per altri paesi, in particolare per la Spagna. Ha affermato che l’Italia ha implementato leggi efficaci che offrono una protezione significativa ai diritti televisivi e alle entrate dei club calcistici. Questo è un aspetto cruciale, dato l’alto numero di operatori illegali che minacciano l’equilibrio economico del calcio professionistico.
Nella sua analisi, Tebas ha fatto riferimento a statistiche e dati che evidenzierebbero le perdite subite dai club spagnoli a causa della pirateria. Secondo lui, le fasce orarie in cui le partite vengono trasmesse illegalmente riducono drasticamente i ricavi, rendendo necessario un intervento normativo. La legge italiana ha saputo ridurre questi fenomeni, creando un contesto più sicuro per la fruizione legale degli eventi sportivi. Tebas ha invitato altri paesi, in particolare quelli europei, a prendere esempio, sottolineando che una protezione efficace dei diritti dei club non solo garantirebbe un miglior equilibrio economico, ma anche un prodotto calcistico di qualità superiore.
Le critiche alla Superlega: una competizione controversa
Durante l’evento, Javier Tebas ha anche affrontato il tema della Superlega, una proposta che aveva suscitato un ampio dibattito nel 2021. Secondo il presidente della Liga, l’idea di una competizione chiusa sarebbe distruttiva per i campionati nazionali e per la struttura del calcio europeo. Ha descritto la situazione attuale come un gioco di prestigio, paragonando la figura dell’imprenditore che promuove la Superlega a un mago, suggerendo che ci siano troppe incongruenze e misteri attorno al progetto.
Tebas ha asserito che l’annuncio di una competizione chiusa non ha mai trovato realizzazione concreta, generando più domande che risposte sul formato e sulla tempistica di attuazione. Questa ambiguità non fa che aggravare le incertezze per i club e i tifosi, che hanno bisogno di certezze per pianificare il futuro. L’idea di una Superlega, secondo l’opinione di Tebas, rappresenterebbe una minaccia diretta ai campionati tradizionali, poiché andrebbe a confliggere con il modello competitivo attuale, che si basa sulla meritocrazia.
Le posizioni di Uefa e Fifa: monopolio o salvaguardia?
Un ulteriore tema affrontato da Javier Tebas riguarda le pratiche di Uefa e Fifa, le quali ha descritto come organismi che agiscono in una situazione di monopolio. Pur riconoscendo il loro ruolo nel tutelare il calcio, ha avvertito che esiste il rischio di abuso di posizione dominante, in particolare in relazione alle recenti manovre relative alla Coppa del Mondo per club.
Tebas ha citato come esempio una circular emessa dalla Fifa riguardante una nuova finestra di tesseramenti, una decisione presa senza consultare i club e le federazioni. Secondo lui, queste manovre rischiano di compromettere la stabilità dell’ecosistema calcistico. L’assenza di un dialogo costruttivo con le parti interessate mette a repentaglio l’integrità del calcio a livello mondiale, minando la fiducia tra le federazioni e i singoli club.
In questo contesto, le affermazioni di Tebas evidenziano la necessità di una riforma in grado di garantire equità e rappresentatività all’interno delle istituzioni calcistiche, promuovendo una cooperazione più fruttuosa per il bene del calcio.