Il gruppo folk ‘E Zezi, noto per il suo impegno sociale e politico, torna a far sentire la propria voce su un tema di grande rilevanza: le morti sul lavoro. In occasione del festival CasaCorriere, Angelo De Falco, leader storico del gruppo, ha rievocato la strage avvenuta nel 1975 alla fabbrica di proiettili giocattolo Flobert di Sant’Anastasia, tragico evento che ha segnato la storia di una regione e che sembra ripetersi in contesti contemporanei. Le sue parole offrono uno spunto di riflessione su quanto sia cambiata, o non cambiata, la realtà lavorativa in Italia.
L’11 aprile del 1975, la fabbrica Flobert a Sant’Anastasia fu teatro di un’esplosione che portò alla morte di tredici operai. Questa tragedia ha segnato indelebilmente la memoria collettiva, sia locale che nazionale, e ha dato vita al canto epico che ‘E Zezi ha intitolato ’a Flobert. Questa canzone non è solo una semplice composizione musicale, ma un forte grido di denuncia contro le ingiustizie del mondo del lavoro. La rievocazione di questo episodio durante il festival CasaCorriere ha riportato alla luce una serie di questioni vecchie ma attuali, riguardanti la sicurezza dei lavoratori e le condizioni di lavoro in molte fabbriche italiane.
Angelo De Falco sottolinea come, cinquant’anni dopo la tragedia della Flobert, il disagio e la precarietà nel mondo del lavoro siano diventati persino più gravi. La questione non riguarda solo il settore industriale in Campania, ma si estende anche ad altre regioni come Puglia e Calabria, dove operano fabbriche con condizioni simili. Oggi, le morti sul lavoro, che dovrebbero suscitare indignazione e mobilitazione, non sembrano più fare notizia o suscitare l’interesse della musica popolare. De Falco evidenzia il disinteresse generale verso il tema, descrivendo un clima di resa di fronte a un capitalismo che sacrifica la vita dei lavoratori in nome del profitto.
“Purtroppo non è cambiato niente,” afferma De Falco, esprimendo una certa frustrazione nei confronti di una situazione che rimane immutata. L’artista sottolinea che la continua ripetizione di episodi di cronaca nera non rende più possibile per ‘E Zezi comporre canzoni di denuncia. Egli riflette su un passato in cui le canzoni politiche e sociali erano spesso scritte con la speranza di generare un cambiamento, ma osserva come queste speranze non abbiano trovato riscontro nella realtà.
La riflessione di De Falco si sposta su altri temi che il gruppo ha affrontato, come la critica nei confronti del potere politico e i problemi legati all’immigrazione. La citazione di Berlusconi testimonia che molte canzoni scritte con intenti di denuncia si sono rivelate inefficaci per produrre un impatto concreto. Questo scenario rafforza la tesi secondo cui il capitalismo contemporaneo ha reso invisibili le vittime degli incidenti sul lavoro, relegandole a numeri in una statistica che non provoca mossa nei confronti della collettività.
Il gruppo musicale ‘E Zezi, con una lunga storia di attivismo, non ha smesso di utilizzare le proprie piattaforme per affrontare una moltitudine di problematiche sociali. In un recente spettacolo a Sarno, il gruppo ha deciso di dedicarsi anche a temi di rilevanza attuale come il conflitto a Gaza e i diritti dei migranti. De Falco sottolinea la necessità di trattare queste questioni, evidenziando che il mondo della musica folk ha il potere di amplificare voci e lottare contro l’ingiustizia.
Uno dei progetti più rilevanti su cui il gruppo sta lavorando è una canzone dedicata a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, conosciuto per le sue politiche di accoglienza nei confronti dei migranti. De Falco esprime il desiderio di dare visibilità a queste iniziative positive, che, purtroppo, vengono trascurate dai media mainstream. L’artista sostiene che mentre eventi come le Olimpiadi o i Mondiali ricevono ampio riconoscimento, le storie di solidarietà e accoglienza rimangono nell’ombra.
I lavoratori di Ercolano, che hanno perso la vita mentre preparavano petardi per le festività natalizie, non dovrebbero essere considerati meno importanti. De Falco ricorda il legame storico di ‘E Zezi con il mondo del lavoro e l’importanza di continuare a denunciare le condizioni precarie in cui molti operano. Il gruppo si impegna a rimanere aggiornato sulle tragedie del presente, cercando di inserire queste tematiche anche nel loro repertorio musicale, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria e la lotta per un lavoro dignitoso e sicuro.