Nel contesto di un dibattito acceso sulla riforma della giustizia e il suo impatto sull’informazione, il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha espresso opinioni forti e articolate durante un evento tenutosi a Lodi. Presentando il suo libro “Il grifone“, Gratteri ha evidenziato le sfide che i professionisti della giustizia e i giornalisti devono affrontare nell’attuale panorama mediatico e politico. Le sue dichiarazioni riguardano in particolare la recente riforma Cartabia e il costo delle intercettazioni, ponendo interrogativi più ampi sullo stato della comunicazione e dell’etica nella professione giornalistica.
Le critiche alla riforma Cartabia
Nicola Gratteri non ha risparmiato critiche all’attuale riforma della giustizia, sostenendo che essa ha reso difficile, se non impossibile, svolgere un’informazione efficace. Secondo Gratteri, la riforma ha svuotato di contenuto i diritti dei cittadini all’informazione, esacerbando la vulnerabilità tanto dei magistrati quanto dei giornalisti. Un aspetto che ha suscitato particolare interesse è stato il richiamo alla responsabilità dei giornalisti stessi. Gratteri ha osservato che, quando si è trattato di discutere la riforma, i rappresentanti del giornalismo non si sono fatti sentire con forza nella commissione Giustizia. Questa mancanza di una voce autorevole avrebbe contribuito a creare una situazione di debolezza nel settore dell’informazione, riflettendo una perdita di potere e credibilità nei confronti della narrazione pubblica.
Gratteri ha sottolineato che, in un contesto di disinformazione e superficialità crescente, i giornalisti devono recuperare un ruolo di protagonisti, portando avanti i valori fondamentali del mestiere. Per il procuratore, un’informazione che non è in grado di garantire autonomia e rigore ha contribuito a una percezione distorta della realtà e della giustizia. L’appello che lancia è chiaro: i professionisti dei media devono riconnettersi con il loro compito primario di informare, contrastando l’influenza dei proprietari dei mezzi di comunicazione che potrebbero non avere a cuore i principi del giornalismo.
Il costo delle intercettazioni e la loro rilevanza
Un altro argomento di rilievo affrontato da Gratteri è stato il costo delle intercettazioni, un tema che ha sollevato interrogativi sulla gestione e sull’efficacia degli investimenti in questo strumento di indagine. Il procuratore capo ha rivelato che la Procura di Napoli ha speso ben 5 milioni di euro per intercettazioni, un investimento che ha portato a sequestri per un valore totale di 250 milioni di euro. Questi dati illustrano l’importanza e l’efficacia di tali pratiche investigative, ma pongono anche interrogativi sull’equilibrio tra costi e benefici.
Gratteri ha messo in luce come le intercettazioni siano strumenti essenziali per combattere la criminalità organizzata e garantire la giustizia, ma che necessitano di una gestione attenta e responsabile. La spesa significativa, infatti, deve essere giustificata dalla capacità di ottenere risultati concreti, che giustifichino gli investimenti compiuti. Se la giustizia deve funzionare in modo efficace, è fondamentale che le risorse siano allocate in modo strategico per garantire che le operazioni siano non solo efficaci ma anche trasparenti. Inoltre, il procuratore ha sottolineato come una corretta informazione sui costi e sulle procedure relative alle intercettazioni potrebbe contribuire a un miglioramento dell’immagine della giustizia stessa.
Un appello all’etica e alla morale nell’informazione
Ultimo ma non meno importante, Gratteri ha posto l’accento sull’importanza di valori etici e morali all’interno del giornalismo e della magistratura. Egli ha osservato che negli ultimi decenni si è registrato un abbassamento della morale e della consapevolezza etica. Questa situazione ha portato, a suo avviso, a una perdita di rispetto per i principi fondamentali del mestiere. La mancanza di “rossore” e “vergogna”, come la definisce, evidenzia una deviazione significativa dai doveri professionali, sia per i giornalisti che per i magistrati.
L’appello di Gratteri è chiaro: è necessario ripristinare un alto standard etico e morale, non solo per valorizzare le professioni coinvolte, ma anche per rassicurare il pubblico sulla propria sicurezza e giustizia. La fiducia dei cittadini nei mezzi di informazione e nel sistema giudiziario non può prospettarsi senza un impegno comune a riempire di contenuti di valore le proprie missioni. Questa rinnovata attenzione ai valori etici e professionali potrà quindi contribuire a una rinascita dell’informazione rigorosa e credibile, essenziale per un’informazione sana e per una democrazia robusta.