La Federazione Italiana Giuoco Calcio sta esaminando un’importante riforma riguardante l’utilizzo del Video Assistant Referee nel calcio italiano. L’idea prevalente sarebbe quella di adottare un sistema a chiamata, simile a quello impiegato in sport come il basket NBA e il tennis. Secondo quanto riportato da fonti attendibili, tra cui il quotidiano La Repubblica, la FIGC ha già avviato le pratiche per chiedere all’International Football Association Board di testare questa nuova modalità nei campionati giovanili e in Serie C, aprendo così a una potenziale rivoluzione nel modo in cui viene gestita la tecnologia arbitrale in Italia.
La proposta di implementare il Var a chiamata tende a riflettere un’innovazione significativa rispetto all’attuale sistema, dove le decisioni video sono gestite esclusivamente dal personale arbitrale senza coinvolgimento diretto delle squadre. In un sistema a chiamata, le squadre avrebbero la possibilità di richiedere l’intervento della tecnologia per rivedere decisioni decisive, come gol contestati, espulsioni o situazioni di offside. Questo approccio mira a ridurre i controversi errori arbitrali, dando un ulteriore strumento strategico alle squadre, garantendo maggiore giustizia sul campo.
L’esperienza di altri sport, come il tennis e la NBA, mostra che l’introduzione di un sistema di chiamata ha portato a un incremento nella trasparenza delle decisioni e ha ulteriormente coinvolto i giocatori e il pubblico. Analogamente, l’adozione del Var a chiamata nel calcio italiano potrebbe contribuire a un ambiente di gioco più equilibrato e soddisfacente, riducendo le polemiche che frequentemente accompagnano le decisioni arbitrali.
Per avviare la sperimentazione del Var a chiamata, la FIGC ha già programmato di rivolgersi all’IFAB, l’organismo preposto alla modifica delle regole del gioco. La richiesta prevede che i test iniziali possano avere luogo nei campionati giovanili e in Serie C, settori dove è possibile monitorare in modo più controllato l’impatto di un simile cambiamento. I campionati giovanili, in particolare, si presentano come un terreno fertile per le innovazioni, poiché possono essere gestiti con maggiore flessibilità e meno pressioni rispetto ai campionati di massima serie.
L’approccio iniziale, in questo caso, non solo permetterebbe alla Federazione di raccogliere dati utili e reazioni necessarie, ma servirebbe anche a garantire un adeguato addestramento per gli officiali di gara, in modo da rendere questa transizione più efficace nel lungo termine. Gli esperti si aspettano che, se la sperimentazione dovesse avere successo, la FIGC potrebbe estendere l’uso del Var a chiamata anche ai campionati superiori, trasformando profondamente la gestione del gioco nel panorama calcistico nazionale.
L’implementazione del Var a chiamata potrebbe portare con sé una serie di implicazioni significative per il calcio italiano. Mentre il sistema attuale del Var ha già migliorato la prevenzione di errori evidenti, il modello a chiamata potrebbe incentivare una gestione più strategica delle partite, con squadre che ponderano attentamente quando sollecitare l’intervento della tecnologia. L’effetto immediato di una tale modifica potrebbe risiedere non solo nell’aumento della correttezza delle decisioni, ma anche nella modifica delle dinamiche di gioco e della pianificazione tattica delle squadre.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni. Ci si interroga, ad esempio, sulla tempistica delle chiamate, che potrebbe portare a interruzioni nel gioco, potenzialmente influenzando il ritmo e la fluidità delle partite. Inoltre, la questione economica non è da sottovalutare, poiché l’introduzione e la gestione di questo sistema richiederebbero investimenti significativi in tecnologia e formazione.
Inoltre, è fondamentale considerare la reazione dei tifosi e dei media a un possibile cambiamento del regolamento. La varietà di opinioni potrebbe riflettere resistenze culturali nei confronti dell’introduzione di strumenti tecnologici in uno sport tradizionale quale il calcio. Sarà quindi cruciale monitorare questi aspetti mentre ci si prepara a un’importante evoluzione strategica nel calcio italiano.