Nel 1984, Maurizio e Mirella Barracco fondarono la Fondazione Napoli Novantanove in un contesto storico e culturale vivace e in evoluzione. Questo traguardo non rappresenta solo un bilancio di attività, ma anche un’importante riflessione sull’evoluzione della cultura e della società napoletana nel corso di quattro decenni. La fondazione ha svolto un ruolo fondamentale nel restaurare e valorizzare il patrimonio artistico della città, nonché nel promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita culturale.
Origini della fondazione Napoli Novantanove
La Fondazione Napoli Novantanove venne istituita in un periodo di grandi speranze per la città di Napoli e per l’Italia. L’anno era il 1984, e a quel tempo il paese si stava riprendendo da eventi drammatici, inclusi i segni del terremoto dell’Irpinia. Allora, la città si distingueva per una vivace vitalità culturale che richiamava artisti e intellettuali da tutto il mondo. Grazie a mostre di rilevanza internazionale e alla presenza di figure di spicco, come i mercanti d’arte, la scena culturale napoletana si arricchì. La Fondazione si collocava in questo contesto, ispirandosi alla Repubblica del 1799 e affermando un forte legame con l’élite intellettuale del tempo.
Maurizio e Mirella Barracco si circondarono di una rete di esperti culturali di eccezione, colmando un vuoto significativo nel panorama culturale locale. L’iniziativa si avvalse del sostegno finanziario di aziende locali e referenti di spicco nel campo del restauro, dando vita a una serie di progetti volti a recuperare e valorizzare opere d’arte spesso dimenticate. Grazie a questo impegno, opere significative come la Antea del Parmigianino e affreschi preziosi di San Gennaro hanno recuperato il loro splendore, restituendo alla città una parte essenziale della sua identità culturale.
La trasformazione della fondazione e i progetti di inclusione
Con il passare degli anni, la Fondazione ha ampliato il suo focus, spostando l’attenzione dal mero restauro alla promozione della partecipazione civica. Questa svolta è stata segnata dalla nascita di eventi chiave come “Monumenti Porte Aperte”, che rappresentò un momento di grande innovazione culturale. Ispirata a iniziative simili in Francia, questa manifestazione ha aperto le porte di centinaia di monumenti normalmente inaccessibili al pubblico, incoraggiando la partecipazione attiva di cittadini e turisti.
Dal 1994, il “Maggio dei Monumenti” è diventato un appuntamento annuale che ha ulteriormente consolidato l’integrazione della cultura nella vita quotidiana dei napoletani. Grazie a questa iniziativa, l’arte ha smesso di essere appannaggio di pochi eletti e è diventata accessibile a tutti, attirando l’attenzione di residenti e visitatori, e contribuendo a una nuova concezione di fruizione culturale.
Inoltre, la Fondazione si è dedicata ai giovani, lanciando nel 1992 il progetto “La scuola adotta un monumento”, affidando a studenti delle scuole il compito di prendersi cura di specifici monumenti. Questo progetto ha ottenuto un notevole successo, coinvolgendo un numero crescente di scuole e studenti in tutta Italia e al di fuori. Attraverso questa iniziativa, i giovani hanno l’opportunità di approfondire la loro conoscenza del patrimonio culturale, stimolando la curiosità e l’impegno civico.
Riflessioni sul futuro della fondazione
Oggi, dopo quarant’anni di operato, la Fondazione Napoli Novantanove si trova ad affrontare nuove sfide in un contesto culturale in lento cambiamento. La città di Napoli è oggi diversa da quella del 1984, così come è cambiata la politica culturale a livello nazionale e internazionale. Le dinamiche del mecenatismo privato presentano difficoltà, e nuove forme di turismo, come l’overtourism, pongono interrogativi sulla sostenibilità delle iniziative culturali.
Nonostante ciò, la Fondazione continua a rappresentare un pilastro importante nel panorama culturale napoletano e il suo modello di partecipazione e valorizzazione della cultura è un esempio da seguire. In tempi in cui le identità culturali appaiono fragili, è essenziale che istituzioni come la Fondazione continuino a prosperare, promuovendo la cultura come un bene comune, e ispirando nuove generazioni di cittadini a riappropriarsi dei loro spazi culturali. La Fondazione Napoli Novantanove ha dimostrato nel corso degli anni che il lavoro culturale può avere impatti duraturi e significativi sulla società.