La prima della Scala è un evento che attira l’attenzione di appassionati di musica e cultura in tutto il mondo, e quest’anno non fa eccezione. Domani, 7 dicembre 2024, sarà rappresentata “La Forza del Destino” di Giuseppe Verdi, un’opera che, nonostante le sue illustri origini, è avvolta in superstizioni e storie di scaramanzia. Il violinista Damiano Cottalasso, in un’intervista esclusiva, esplora l’atmosfera che circonda questo classico e il modo in cui gli artisti vivono quest’esperienza unica.
Il soprannome dell’opera: “La forza”
Nel mondo della musica, “La Forza del Destino” viene comune e affettuosamente soprannominata semplicemente “Forza“. Questa consuetudine riflette una sorta di rispetto e, al contempo, di scaramanzia. Cottalasso spiega: “L’importante è non dire l’opera per intero”. Questo atteggiamento non è casuale: si ritiene che invocare il titolo completo porti sfortuna. L’artista racconta che l’overture di questo capolavoro è un brano frequentemente eseguito dalla Filarmonica della Scala nei concerti all’estero, ma anche qui si usa l’espressione “Si fa la forza, sì si fa la forza”, per mantenere viva la tradizione senza incorrere nella maledizione associata al titolo completo.
Riti e superstizioni: un mondo di scaramanzia
La scaramanzia tra i musicisti è una cultura ben radicata, e Cottalasso non fa eccezione. Ogni musicista ha le proprie abitudini e riti, spesso segreti e personalizzati, che lo accompagnano prima di ogni esibizione. “Il musicista, se è scaramantico, lo è in modo personale”, spiega. Questo implica che ognuno ha le proprie credenze e superstizioni che può seguire per placare le ansie legate alla performance. Lavorare insieme su un’opera dalle origini così celebri aumenta le pressioni emotive e artistiche, e trovare conforto in queste pratiche può risultare fondamentale per affrontare l’evento.
Momenti di riflessione post-esibizione
Una volta concluse le prove e la performance, il momento non è ancora finito. Cottalasso sottolinea l’importanza di riflettere insieme sulle esperienze condivise. “C’è un momento speciale per ripercorrere tutto ciò che abbiamo vissuto”, dice l’artista, che prosegue raccontando come in occasioni simili riemergano ricordi di passate prime. Le storie di momenti memorabili, come un sipario che non si alza o un cantante che deve essere sostituito, diventano parte del tessuto narrativo della compagnia. Ogni incontro tra i musicisti diventa così l’occasione per tramandare leggende e aneddoti, rendendo ogni esperienza unica e indimenticabile.
La rappresentazione di domani sarà così non solo un evento da celebrare, ma anche un’importante occasione per continuare a scrivere la saga di “La Forza del Destino“, tra musica, tradizioni e superstizioni. La Scala di Milano, come sempre, si prepara ad accogliere un pubblico affascinato da questa eredità culturale e musicale.