La Galleria Artiaco, storica realtà artistica di Napoli, è pronta a riprendere le sue attività nella nota sede di piazzetta Nilo. Con l’inaugurazione della mostra “Songbirds and Willows” di Darren Almond, si riaccendono i riflettori su una cultura che, di fronte alle sfide del turismo di massa, cerca di trovare il proprio posto in una città in continua evoluzione. Alfonso Artiaco, fondatore della galleria, esprime la sua preoccupazione riguardo ai cambiamenti che il fenomeno dell’overturism sta portando nel centro storico.
La doppia mostra di Darren Almond: un evento significativo
Il lancio di “Songbirds and Willows” coincide con l’altra esposizione “Rags” allestita nella Cappella Sansevero. Questo duplice appuntamento non è solo un evento di grande richiamo ma rappresenta anche una strategia per attrarre visitatori, evidenziando una sinergia tra arte contemporanea e spazi storici. Artiaco sottolinea che la scelta di due mostre contemporanee sia in programma e non un tentativo di anticipare un nuovo corso. Tuttavia, la coincidenza di questo evento con le voci di un possibile trasferimento della galleria da luoghi emblematici del centro storico a Chiaia ha suscitato molte speculazioni.
Il trasferimento sarebbe visto come un segno della trasformazione del panorama culturale napoletano, dove le attività artistiche sembrano retrocedere di fronte alle nuove tendenze commerciali. L’arte, in questo contesto, si confronta con la realtà delle frigitorie e delle attività turistiche di massa, che sembrano prendere il sopravvento.
I cambiamenti nel centro storico di Napoli: un fenomeno da monitorare
Alfonso Artiaco non può nascondere un malcontento crescente nei confronti dell’overturism, un fenomeno che ha inevitabilmente modificato le abitudini e la vivibilità del centro storico. Questa enorme affluenza turistica ha trasformato strade e vicoli, rendendo difficoltosa la gestione di attività storiche e obliterando le peculiarità di un quartiere che ha sempre avuto un’atmosfera intenzionalmente autentica.
In un vivido racconto personale, Artiaco ricorda la difficoltà di poter accedere alla propria galleria durante il picco estivo del 21 agosto. La folla, che invadeva strade e architetture storiche, ha reso impossibile il persistere delle attività quotidiane. Nonostante il riconoscimento internazionale e il gradimento espresso dai turisti, Artiaco esprime la sua preoccupazione che Napoli possa perdere il suo fascino unico, trasformandosi in una sorta di parco tematico simile a Venezia, dove la residenza e la vita quotidiana rischiano di scomparire.
Il futuro delle gallerie d’arte nel contesto del turismo di massa
La questione principale rimane la sostenibilità commerciale delle gallerie d’arte nel cuore della città. Artiaco affronta con frustrazione la situazione attuale, sottolineando come un cliente, per poter apprezzare l’arte, debba avere la possibilità di navigare con calma in spazi dedicati, senza subire l’impatto del turismo di massa. La galleria deve essere un luogo dove ci si possa fermare, degustare un caffè e interagire con le opere senza distrazioni o disagi.
La considerazione che un potenziale cliente possa trovarsi bloccato in un ingorgo di turisti è inaccettabile per un ambiente dove l’arte dovrebbe regnare sovrana. La richiesta di un avvio di discussione su queste problematiche si fa pressante affinché il contesto in cui le gallerie operano possa migliorare. La necessità di un equilibrio tra flusso turistico ed esperienze culturali è più che mai attuale, e Artiaco si trova in prima linea in questa battaglia per preservare la vitalità e l’autenticità dell’arte napoletana.
Nuove sfide attendono la Galleria Artiaco e il mondo dell’arte in generale, mentre Napoli continua ad affrontare le complessità di un’immagine in evoluzione, ma non senza il rischio di sacrificare la sua identità culturale unica.