La decisione del consiglio federale della Lega di espellere alcuni membri di spicco come l’ex parlamentare Paolo Grimoldi e il consigliere regionale del Veneto Gabriele Michieletto ha scatenato polemiche e dibattiti all’interno del partito. Le segnalazioni di comportamenti non conformi sono emerse dai territori, in un’ottica di difesa dell’impegno e della reputazione della Lega stessa. L’obiettivo, secondo quanto comunicato dal partito, è preservare l’immagine e l’operato dei migliaia di militanti che si sono sempre impegnati a sostegno della Lega, evitando polemiche dannose per il movimento.
La controversa decisione e le reazioni interne
La notizia dell’espulsione di esponenti di spicco come Paolo Grimoldi e Gabriele Michieletto ha suscitato reazioni contrastanti all’interno del partito. Alcuni membri del consiglio federale si sono espressi a favore delle espulsioni, sottolineando l’importanza di preservare l’unità e l’integrità del partito. Tuttavia, non sono mancate voci contrarie, che hanno sollevato dubbi sulla reale motivazione delle espulsioni e sul rispetto della libertà di pensiero all’interno della Lega. In particolare, è emersa l’ombra di un presunto voto in dissenso da parte del fondatore della Lega, Umberto Bossi, il quale avrebbe manifestato una preferenza per Forza Italia durante le ultime elezioni europee, suscitando polemiche e divisioni all’interno del partito.