L’indagine sul crimine organizzato legato agli ultras delle squadre di calcio italiane si intensifica, con la squadra mobile di Milano che ha convocato Javier Zanetti, storica bandiera dell’Inter, per testimoniare su presunti rapporti tra i capi ultrà e il club. Questo evento segue l’arresto di 19 persone e il focus si sposta sulle pressioni dei gruppi ultras per ottenere biglietti e favori in vista degli eventi sportivi. La testimonianza di Zanetti, insieme ad altre audizioni, evidenzia la complessità della situazione.
La testimonianza di Javier Zanetti
Javier Zanetti è stato convocato in un ufficio di polizia dove ha fornito la sua versione dei fatti in un’audizione durata circa due ore. L’ex capitano nerazzurro è stato ascoltato dopo la deposizione dell’attuale allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi. Durante il suo intervento, Zanetti ha fatto riferimento a un’intercettazione che coinvolge il capo ultrà Marco Ferdico, attualmente detenuto, che aveva menzionato la richiesta di 1.500 biglietti per la finale di Champions del 2023. Zanetti ha precisato di non aver mai avvertito pressioni o intimidazioni da parte dei gruppi ultras e ha chiarito che la questione dei biglietti era già di dominio pubblico all’interno della dirigenza del club.
L’ex calciatore ha sottolineato che i suoi incontri con i rappresentanti della curva avvenivano in un contesto di normalità , senza situazioni di tensione. Zanetti ha inoltre confermato che non ha mai informato Ferdico di eventuali intercettazioni da parte delle forze dell’ordine, negando così le accuse secondo cui avrebbe avvisato gli ultras del monitoraggio delle loro attività . Le sue parole rivelano un approccio diretto e trasparente nei rapporti con i gruppi ultras, che lui stesso ha definito come “normali”.
La situazione attuale dell’indagine
La notizia dell’interrogatorio di Zanetti giunge in un contesto complesso, nel quale anche la figura di Fedez è entrata in gioco. Il rapper, amico di Luca Lucci, capo della curva Sud del Milan, aveva richiesto di essere ascoltato dagli investigatori. Tuttavia, un’intervista programmata per i giorni scorsi è stata annullata a causa di esigenze investigative emergenti. I legali di Fedez hanno confermato che non era mai giunta una convocazione ufficiale da parte dell’autorità giudiziaria, chiarendo che il rapper è indagato in un procedimento connesso a una rissa avvenuta in discoteca, alla quale avrebbe partecipato anche il suo bodyguard, Christian Rosiello.
Nel frattempo, le dinamiche che legano Fedez e Lucci continuano ad affascinare gli investigatori, con intercettazioni che rivelano contatti tra i due per organizzare eventi e promozioni all’interno dello stadio San Siro. La mancanza di comunicazioni da parte del rapper sui social, negli ultimi giorni, alimenta le speculazioni su un possibile collegamento tra il suo silenzio e le indagini in corso.
Il coinvolgimento di altri personaggi
Il clima attorno all’indagine si complica ulteriormente con l’annuncio che Davide Calabria, capitano del Milan, sarà ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Secondo quanto trapelato, Calabria avrebbe avuto un incontro con Lucci a Cologno Monzese nel febbraio 2023, il che testimonia la rete di rapporti che lega il mondo del calcio con i gruppi ultras. Questi sviluppi mettono in luce l’importanza del contesto sociale e culturale nel quale si sviluppano le relazioni tra calciatori, dirigenti e ultras, rendendo questo un interrogatorio cruciale per le indagini in corso.
Parallelamente, l’allenatore della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha espresso il suo stupore riguardo alle intercettazioni che coinvolgono Inzaghi e i capi ultrà . Spalletti ha dichiarato di non aver mai subito pressioni di questo tipo, rimanendo invece concentrato sul suo lavoro. Le loro dichiarazioni, insieme a quelle di Zanetti, pongono interrogativi su come i club gestiscano le dinamiche con i propri sostenitori più appassionati e sul modo in cui tali relazioni possano sfociare in situazioni di illegalità .
Il poliedrico scenario mette in evidenza la necessità di riflessioni e misure concrete per garantire la sicurezza e l’integrità degli sport professionistici in Italia, rendendo il dibattito sempre più attuale e pertinente.