Nella comunità di Castel Volturno, una storia di amore e dedizione per gli animali emerge con forza attraverso le figure di Agostino ed Emilio. Questi due bufali, salvati dalla dottoressa Dorothea Friz, rappresentano un simbolo della battaglia contro l’abbandono e la cattiva gestione dei quattro zampe, i veri protagonisti di una realtà che merita attenzione. La clinica della Friz, che da oltre tre decenni si dedica alla sterilizzazione e al recupero di cani e gatti abbandonati, ha visto in questi animali la necessità di un cambiamento significativo nel modo in cui la società considera gli esseri non umani.
Agostino, un bufalo salvato da un destino crudele, ha vissuto una vita serena grazie all’intervento della dottoressa Friz. La sua storia inizia nei sentieri di campagna, dove è stato ritrovato. Divenuto un simbolo di speranza e cambiamento, il bufalo ha contribuito alla sensibilizzazione su temi legati alla protezione degli animali, raggiungendo il cuore di volontari e attivisti. Ogni giorno, veterinari e amanti degli animali si riunivano nei calendari e nelle fotografie di gruppo per celebrare il lavoro svolto nella clinica. Insieme a Emilio, un vitello che ha trascorso 23 anni di vita, entrambi hanno dimostrato che la lotta per i diritti degli animali è un cammino che può portare a risultati concreti.
La morte naturale di Agostino e Emilio ha segnato un periodo di riflessione e commemorazione, sottolineando l’importanza delle loro vite nella lotta contro l’indifferenza nei confronti degli animali considerati “inutili”. La loro presenza ha fatto luce sulle pratiche brutali e sulle condizioni in cui molti animali nascono e vivono. Spiriti liberi e amati, entrambi hanno compiuto un viaggio che va al di là della semplice esistenza, diventando vessilli di una causa che richiede giustizia e rispetto.
Dorothea Friz non si è limitata a salvare questi animali; ha intrapreso una battaglia instancabile contro l’abbandono e l’uccisione di quelli che vengono considerati “non utili”. La sua testimonianza è cruda e diretta. Raccontando la storia di Emilio, recentemente nato e abbandonato, rivela una realtà inaccettabile: tanti vitelli venivano lasciati morire o venivano uccisi in modi atroci. La stessa regola che ha portato alla sua salvezza e a quella di altri animali è risultata inaccettabile per la Friz, che ha deciso di alzare la voce.
Informando le autorità e collaborando con esperti per fornire un quadro chiaro delle atrocità in atto, la dottoressa è riuscita a portare alla luce una questione delicata e dolorosa. Grazie ai suoi sforzi, sono stati recuperati molti animali abbandonati; però, la questione rimane aperta: quanti altri soffrono in silenzio? La Friz ha fatto appello a istituzioni e associazioni affinché possano partecipare attivamente alla protezione degli animali, rivolgendosi anche a entità internazionali per una strategia comune.
Il lavoro della dottoressa Friz ha portato anche a un cambiamento nella percezione degli animali considerati inutili. La consapevolezza è cresciuta tra gli allevatori e nel pubblico, creando un’opportunità per un futuro migliore per molti. Secondo la veterinaria, oggi i bufali maschi vengono allevati con un diverso approccio rispetto al passato: sebbene non sia ancora perfetto, il numero di bufali che nascono e sopravvivono è aumentato significativamente. Prima, solo il 5% dei cuccioli era maschio; ora, i dati indicano una distribuzione più equilibrata.
Questa evoluzione crea spazi per una nuova consapevolezza, dove i bufali non devono più vivere come esseri di serie B. Tuttavia, la strada è ancora lunga. L’impegno della Friz e di associazioni come Animal Day Napoli, la quale ha riconosciuto il suo operato, offre un nuovo modello di intervento e sensibilizzazione. La lotta per il bene degli animali non è solo una questione etica, ma anche un’opportunità per educare le generazioni future a trattare tutti gli esseri viventi con rispetto e dignità, contribuendo a costruire una società migliore, più giusta e più consapevole.