Un importante intervento di restauro ha recentemente riportato alla luce la bellezza della statua dell’Apollo del Belvedere, uno dei capolavori dell’antichità , conservato presso i Musei Vaticani. Questo restauro, iniziato nel 2019, ha permesso di riposizionare con grande precisione la mano sinistra del dio greco, conquistando l’interesse non solo degli storici dell’arte ma anche di chi ama la cultura classica. La curatrice Claudia Valeri ha condiviso la sua passione per l’archeologia e la storia dietro questo straordinario progetto.
La storia dell’apollo del belvedere
L’Apollo del Belvedere è una delle statue più iconiche dell’antichità , tanto da essere considerata un simbolo della bellezza ideale romana. Realizzata nel IV secolo a.C. dallo scultore greco Leocare, la statua originale rappresentava il dio della luce e delle arti nel momento in cui scocca una freccia. Scoperta nel 1489 a Roma, l’opera si presentava quasi integra, se non per la mancanza del braccio sinistro e delle dita della mano destra. La statua ha una lunga e affascinante storia, che ha attraversato i secoli e coinvolto alcuni dei più illustri artisti dell’epoca.
Tra questi, Michelangelo Buonarroti, che nel 1533, suggerì al Papa di riqualificare l’arte perduta e di affidare i lavori di restauro di ciò che mancava al maestro Giovannangelo Montorsoli. Tuttavia, il grande progetto di restauro avvenuto nel XXI secolo ha preso piede grazie all’azione della dottoressa Claudia Valeri e del restauratore Andrea Felice. Quest’ultimo si è dedicato a restituire la mano di Apollo alla sua posizione anatomica naturale, con particolare attenzione al bilanciamento della figura, essenziale per la stabilità dell’intera scultura.
Il restauro e il contributo dei calchi di baia
Uno degli aspetti più affascinanti di questo restauro è la relazione con i calchi di Baia, un’importante scoperta archeologica avvenuta nel 1954. Nel corso degli anni, gli studiosi hanno identificato vari calchi nell’ex magazzino di epoca romana, ora noto come “bottega copistica”, riconducibili all’Apollo del Belvedere. Questo ha permesso di avere un modello ausiliario da cui ripristinare la mano del dio. Claudia Valeri, curatrice della sezione di Antichità greche e romane, ha esposto l’importanza di questi ritrovamenti, affermando che hanno completato un cerchio fondamentale per la comprensione della copia romana in marmo.
Il lavoro di restauro, durato cinque anni, ha comportato un’analisi approfondita e un intervento delicato per posizionare la mano sinistra di Apollo in modo che fosse il più naturale possibile, in armonia con l’originale bronzo greco. La compostezza lineare e il movimento sembrano quindi riportare in vita la scultura, consentendo a nuovi visiti di contemplare il dio con uno sguardo rinnovato.
Un futuro luminoso per l’apollo del belvedere
Con il restauro completato, l’Apollo del Belvedere è pronto a tornare al suo posto nei Musei Vaticani, offrendo una nuova prospettiva ai visitatori. Il lavoro svolto dal team di esperti non solo restituisce alla scultura una dimensione visiva, ma rappresenta anche un contributo significativo al patrimonio culturale mondiale. Claudia Valeri, emozionata e fiera per il risultato finale, ha sottolineato il legame tra il suo interesse per l’archeologia e il percorso che l’ha portata a lavorare con i calchi di Baia, evidenziando quanto l’Apollo del Belvedere sia centrale sia per l’arte antica sia per la cultura moderna.
Questa nuova versione dell’Apollo, arricchita dall’importante restauro, non è solo un tributo all’arte classica, ma un invito a esplorare la bellezza e la complessità della storia romana. La statua, nella sua nuova veste, continua a incantare studiosi e appassionati, permettendo di apprezzare l’equilibrio tra grazia e potenza che racchiude.