Nel cuore della periferia est di Napoli, precisamente a Barra, l’ONLUS Il Tappeto di Iqbal da oltre un decennio si impegna a promuovere attività educative e ricreative per oltre 200 ragazzi, in un contesto sociale complesso. Giovanni Savino, educatore di strada, è un protagonista fondamentale di questo progetto, il cui impatto è stato ampiamente rappresentato nel film “Criature” della regista italo-francese Cécile Allegra. In questo articolo, esploreremo la missione di Savino, le sfide che affronta e il potere della pedagogia circense come strumento di recupero per i giovani.
Il progetto educativo di Giovanni Savino
Giovanni Savino non è solo un educatore, ma anche un appassionato sostenitore del potere trasformativo dell’arte circense. La sua carriera è iniziata con un background di quasi-ingegnere dei trasporti, ma il suo vero scopo si è rivelato quando ha scelto di dedicarsi ai giovani in difficoltà. Con la rinascita dell’ONLUS Il Tappeto di Iqbal nel 2010, Savino ha creato uno spazio dove i ragazzi a rischio possono riscoprire il valore dell’istruzione e delle relazioni sociali. La proposta educativa comprende attività pomeridiane che spaziano dal doposcuola, fino ad esplorazioni artistiche attraverso le arti circensi, come trampolieri e clown, portando un messaggio di speranza in un contesto spesso segnato dalla criminalità e dalla disperazione.
All’interno della scuola che accoglie il progetto, la Scialoja Cortese Rodinò, Savino ha realizzato un tendone da circo, simbolo di un luogo dove l’immaginazione e la creatività possono liberarsi. L’approccio costruttivo tramite il circo non è solo un modo per imparare, ma è anche un metodo per affrontare il bullismo, l’abbandono scolastico e le difficoltà quotidiane. Savino racconta con passione di come, attraverso l’arte del circo, sia riuscito a far emergere nuove potenzialità nei giovani, portandoli a riconoscere e superare le loro paure.
Le sfide del sociale e il sostegno istituzionale
Savino ha affrontato numerose difficoltà nel promuovere il suo progetto educativo. Inizialmente, molte persone nel quartiere di Barra non hanno creduto nella validità del suo lavoro, considerandolo un’inutile “pagliacciata”. Tuttavia, con il tempo, la sua perseveranza ha cominciato a ripagare: oggi è riconosciuto come “o professò” e la sua ONLUS gode della fiducia della comunità. Nonostante questo riconoscimento, Savino avverte che il cammino è ancora lungo e le difficoltà sono lontane dall’essere risolte.
Una delle difficoltà maggiori è rappresentata dalla mancanza di un dialogo costruttivo con le istituzioni. Savino sottolinea l’importanza che le scuole restino aperte anche nel pomeriggio e nelle ore serali, creando così uno spazio sicuro per i bambini e i ragazzi. Secondo lui, il dialogo con le istituzioni è cruciale per sviluppare strategie efficaci sul territorio e affrontare il malessere sociale. Purtroppo, spesso le sue proposte restano inascoltate, riflettendo una mancanza di attenzione verso le reali esigenze dei giovani a rischio.
Attività e impatto nel quartiere
Ogni settimana, Giovanni Savino coordina attività con un gruppo di 200-250 giovani, dai 6 ai 19 anni. Le attività iniziano alle 15 con il doposcuola, seguite da diverse proposte ludiche e sportive. Oltre al circo, ora sono molto attive le sessioni di basket sociale, che Savino ha introdotto dopo aver conseguito la qualifica di allenatore. La sua visione è quella di continuare a fornire ai ragazzi opportunità di sviluppare abilità fisiche e cognitive, permettendo loro di impegnarsi in attività che li distolgano dalla strada.
Tra le testimonianze più incoraggianti vi è quella di Antonio Bosso, un ragazzo che ha trovato successo nel parkour e che ora appare in “Criature” interpretando se stesso. La sua storia rappresenta un esempio positivo e tangibile di come le attività promosse da Savino possano avere impatti duraturi nella vita dei giovani. Attraverso queste esperienze, Savino mira a ispirare i ragazzi a perseguire le proprie passioni e a costruire una vita migliore, lontano dalle influenze negative.
I finanziamenti e il futuro del progetto
Il sostegno economico per Il Tappeto di Iqbal proviene principalmente da Save the Children, che ha riconosciuto il valore e l’efficacia del progetto fin dal 2015. Con il supporto di questa organizzazione, Savino e il suo team si sono impegnati a fornire un’educazione di qualità e un supporto emotivo ai ragazzi del quartiere. Nonostante le difficoltà nel reperire fondi e risorse, Savino rimane motivato e ottimista rispetto al futuro del programma.
Ciò che emerge dall’esperienza di Savino è che non esistono ragazzi “cattivi”, ma solo adulti che non sono riusciti a guidarli. La sua missione è chiara: restituire ai giovani un’alternativa reale, offrendo loro gli strumenti per trasformare le loro vite. Con il film “Criature”, la sua storia sta raggiungendo un pubblico più ampio, contribuendo a portare attenzione su una causa fondamentale e sull’importanza del lavoro nel sociale, là dove la società ha bisogno di agire di più.