Nel panorama della moda, sembra che il movimento per l’inclusività e la rappresentanza di corpi diversi stia subendo una battuta d’arresto. Nonostante gli sforzi recenti per promuovere una gamma più ampia di taglie e forme nei principali eventi di moda, il nuovo report di Vogue Business del 2024 mette in evidenza un ritorno alla predominanza delle modelle estremamente magre. Le sfilate delle collezioni primavera/estate 2025 di New York, Londra, Milano e Parigi, infatti, dimostrano che il settore sta retrocedendo.
Il report annuale sull’inclusività delle taglie ha esaminato 8.763 look presentati in 208 sfilate, rivelando dati allarmanti. Solo lo 0,8% dei look era di taglia forte, mentre il 4,3% apparteneva a taglie medie, con il restante 94,9% composto da taglie magre, dalla XXS alla S. Queste statistiche indicano un regresso preoccupante rispetto a quanto fatto negli anni precedenti, dove vi era un’embalata maggiore rappresentazione di modelli diversity.
Malgrado un incremento del 3,7% nella presenza di taglie medie rispetto alla stagione precedente, la percentuale di taglie forti rimane invariata. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che la crescita delle taglie medie è prevalentemente attribuibile alla presenza di modelli maschili muscolosi in sfilate miste, piuttosto che a un autentico impegno nella rappresentazione delle donne di diverse taglie. Questo fattore sembrerebbe minare l’efficacia delle campagne per la body positivity e delle modelle attiviste che hanno cercato, negli ultimi anni, di sfidare gli stereotipi di bellezza tradizionali.
Ulteriori preoccupazioni emergono dall’analisi dei cambiamenti welfare e sociali che, secondo gli esperti, stanno influenzando questi trend. Nuovi farmaci come Ozempic, utilizzati per il controllo del peso, stanno guadagnando popolarità e possono avere un impatto notevole sulla morfologia del corpo sociale. Con l’aumento dell’uso di tali prodotti, la domanda di taglie autenticamente più inclusive potrebbe diminuire ulteriormente. Questa dinamica è accentuata dalla presenza crescente di influencer di successo che spingono un ideale di magrezza spesso non realistico.
Il report di Vogue Business mette in guardia contro questa tendenza insidiosa che suggerisce un marcato ritorno a proporzioni malsane. Anche se esistono esempi isolati di stilisti che hanno presentato modelle di taglia più, le statistiche complessive rivelano un quadro di scarsa rappresentazione che potrebbe influenzare negativamente la percezione del corpo tra le giovani donne e le consumatrici di moda.
Nel contesto delle ultime settimane della moda, Milano ha ricevuto critiche significative, essendo stata definita un ambiente poco inclusivo. Analizzando l’andamento, gli esperti hanno registrato solo lo 0,3% dei look presentati da modelle di taglia plus a Milano, rispetto a un esiguo 1,7% di modelli di taglia media. Situazione opposta si osserva a Parigi, dove pur riconoscendo la presenza di alcune modelle plus, la percentuale complessiva rimane fin troppo bassa.
Nonostante alcuni designer abbiano cercato di allargare i confini della rappresentazione, come il marchio Sunnei che ha utilizzato modelle di età diversa per festeggiare un importante traguardo, il risultato generale è stato di continua prevalenza delle taglie slim. A Milano, marchi celebri come Boss e Marco Rambaldi hanno mostrato una piccola apertura verso le taglie medie, ma la mancanza di modelli curvy è stata evidente.
La London Fashion Week si è distinta quest’anno come il palcoscenico più inclusivo, tuttavia anche qui la rappresentanza delle taglie forti è stagnante. Significativa è l’affermazione di alcuni marchi che hanno implementato non solo modelle di diverse forme, ma anche una narrativa più aperta in merito alla bellezza e all’inclusività. Tuttavia, la stagnazione dei numeri fa presagire un cammino in salita per il futuro.
Con l’aggregarsi di influenze esterne e dinamiche sociali che continuano a cambiare il modo di percepire la bellezza, il mondo della moda deve fare i conti con la propria responsabilità verso la diversità e l’inclusività. È necessario un cambiamento di rotta, affinché le passerelle non solo riflettano, ma anche abbraccino la complessità e la vera bellezza della società moderna.