La città di Napoli sta commemorando con una mostra straordinaria un importante capitolo della sua storia. La rassegna “Le Quattro Giornate di Napoli. L’insurrezione che portò alla libertà” è aperta al pubblico fino al 6 ottobre presso il Museo di Napoli-Collezione Bonelli. Questo evento è dedicato all’81° anniversario degli eventi che segnarono la liberazione della città dal nazifascismo, riunendo una vasta gamma di documentazione storica e reperti significativi. Realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli e della Fondazione Casa dello Scugnizzo, la mostra è un richiamo alla memoria collettiva di una resistenza che ha segnato profondamente la storia cittadina.
La scelta del rione Materdei come location per la mostra non è casuale. Questa zona, insieme al Vomero, fu uno dei principali teatri delle quattro giornate di combattimenti tra i patrioti napoletani e le forze naziste. Il Museo di Napoli, infatti, rappresenta il cuore pulsante della memoria storica, ospitando documenti e testimonianze di quei momenti drammatici. Tra i materiali esposti, il pubblico potrà vedere fotografie storiche della barricata costruita lungo via Santa Teresa degli Scalzi e altri reperti provenienti da collezioni private e pubbliche.
Il percorso espositivo è arricchito da manifesti, volantini, medaglie e cimeli storici che offrono uno spaccato della vita durante le giornate di insurrezione. Gli oggetti, provenienti anche dalle collezioni di Luigi Casaretta e dalla famiglia Sannino, costituiscono un patrimonio inestimabile di memoria storica. La mostra non solo si propone di informare, ma anche di emozionare i visitatori, collegando la narrativa storica alla vita quotidiana dei napoletani che lottarono per la libertà.
L’esposizione è stata concepita anche per attrarre un pubblico giovane, tentando di trasmettere l’importanza della memoria storica e dei valori di libertà e resistenza. Per la prima volta, il Museo offre una visione complessiva degli eventi che portarono alla liberazione, sottolineando che la resistenza è stata una manifestazione collettiva e coraggiosa da parte di cittadini comuni, molti dei quali giovanissimi.
Tra le figure più significative di quelle giornate c’è Gennarino Capuozzo, un ragazzino di soli 12 anni che, mentre si trovava nella sua scuola, perse la vita lanciando bombe a mano contro i carri armati tedeschi. La sua storia è stata immortalata nel film di Nanni Loy, “Le Quattro Giornate di Napoli“, che ha ricevuto riconoscimenti internazionali. Gennarino è oggi un simbolo di coraggio e abnegazione giovanile, essendo il più giovane civile italiano a ricevere la medaglia d’oro al valor militare.
Assieme a Gennarino, molti altri giovani napoletani si unirono alla lotta contro l’occupazione nazista. Le storie di questi ragazzi e ragazze, come Filippo Illuminati, Pasquale Formisano e Mario Menechini, raccontano di una generazione che, di fronte agli orrori della guerra, seppe alzare la voce e combattere per il proprio futuro. La mostra intende omaggiare tutte queste vite spezzate, sottolineando il valore della memoria collettiva e della riconoscenza verso chi ha lottato per la libertà.
Le storie di questi giovani eroi sono emblematiche di uno spirito che si è manifestato nella lotta contro la Divisione Hermann Göering e sono testimoni dell’unità del popolo napoletano in un periodo di grande difficoltà. Anche nei quartieri più disagiati, si è assistito a gesti di straordinaria dignità civica, che resero possibile l’insurrezione e contribuì a liberare la città dalla morsa dell’occupazione. Il tributo a queste vite e alle loro azioni coraggiose funge da monito per le generazioni future.
La resistenza napoletana, sebbene trionfante, portò con sé esiti drammatici. Durante le quattro giornate di lotta, i cittadini affrontarono una devastazione senza precedenti: 232 mila edifici distrutti e decine di migliaia di vittime tra civili e patrioti. L’occupazione tedesca e i bombardamenti alleati avevano ridotto in macerie gran parte della città, lasciando segni indelebili su un tessuto urbano già fragile. Le perdite umane furono enormi e il bilancio finale parlava di 168 patrioti caduti e 140 civili morti, tra cui molti bambini.
Nonostante la distruzione, Napoli riuscì a riscattarsi. Quando gli Alleati entrarono in città, lo fecero grazie alla lotta dei cittadini napoletani, che avevano già strappato la libertà imponendo il ritiro delle forze occupanti. Il contrasto tra la liberazione e la devastazione rispecchia la difficile resilienza della popolazione, capace di rialzarsi anche dopo le sofferenze più atroci.
La mostra offre uno spazio per riflettere su questi eventi storici, con l’intento di educare i visitatori e mantenere viva la memoria di quel periodo. Riconoscere il sacrificio dei patrioti e la resilienza del popolo napoletano è essenziale per comprendere la città di oggi e le sue radici storiche. La resistenza napoletana non rappresenta solamente un episodio del passato, ma è un insegnamento di coraggio e determinazione che ancora oggi risuona nelle strade di Napoli.