Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha recentemente concluso il suo primo anno di servizio nella città partenopea, presentando un’analisi degli eventi chiave e delle problematiche affrontate. Questi mesi intensi hanno visto interventi significativi in ambiti critici, come la lotta all’occupazione abusiva e la sicurezza pubblica. La sua gestione, contraddistinta da una costante presenza sul territorio e un impegno nel dialogo con la comunità, si è rivelata determinante per una città complessa e ricca di sfide.
L’approccio human-centric di Michele Di Bari
Michele Di Bari ha adottato un approccio aperto e empatico durante il suo mandato, consapevole dell’importanza di relazionarsi con i cittadini. La sua presenza proattiva nelle situazioni di difficoltà sociale, come dimostrato dalla visita al centro ‘La Tenda‘ nel quartiere Sanità, evidenzia la volontà del prefetto di ascoltare e supportare le realtà più vulnerabili. Di Bari ha sottolineato il suo ruolo di servitore dello Stato, evidenziando la responsabilità di dimostrare una presenza vicina alla popolazione e di affrontare in modo concreto le emergenze socioeconomiche.
Il prefetto ha manifestato un chiaro sostegno a iniziative già in atto e ha voluto sottolineare la collaborazione con le istituzioni locali, esprimendo riconoscenza per il lavoro dei preti e delle organizzazioni locali che si impegnano per alleviare la povertà. Il suo ottimismo si riflette nell’analisi della situazione a Napoli, descrivendo i momenti di svolta e l’emergere di opportunità per i cittadini.
La trasformazione di Scampia e la sicurezza urbana
Uno dei momenti più significativi del mandato di Di Bari è stato il crollo della prima Vela di Scampia, che ha aperto la strada a un processo di riqualificazione del quartiere. Questo intervento, descritto come un “vero percorso culturale”, ha garantito non solo lo sgombero da una situazione di degrado ma ha anche consentito di attuare misure normative che supportano gli sfollati nella ricerca di un nuovo alloggio. Scampia, definiti dal prefetto come un “faro”, è diventato simbolo di possibile rinascita e di riscatto per molti napoletani.
In aggiunta, la riflessione sulle misure di sicurezza evidenzia la volontà di garantire una presenza dello Stato in aree precedentemente trascurate, come Porta Nolana, Ponticelli e piazza Garibaldi. Di Bari ha evidenziato come l’incremento di personale, grazie al supporto del ministro Matteo Piantedosi, sia stato fondamentale per migliorare la percezione di sicurezza tra i cittadini. Un quadro che, sebbene sfidante, sembra promettere un’evoluzione positiva per Napoli.
Le sfide sociali e la lotta contro la violenza di genere
Nonostante i progressi, Napoli affronta ancora una serie di sfide, in particolare per quanto riguarda la violenza di genere. I dati raccolti da gennaio a ottobre mostrano una costante necessità di interventi incisivi nella prevenzione e nella protezione delle vittime. Le 646 vigilanze dinamiche disposte dal prefetto, in accordo con il Codice rosso, hanno rappresentato un approccio attivo per tutelare chi denuncia situazioni di pericolo.
Di Bari si è detto preoccupato per il valore che oggi viene attribuito alla vita umana, una riflessione che svela le radici culturali di una problematica complessa. La stabilità della dignità individuale, secondo il prefetto, richiede un’efficace combinazione tra norme legislative e un’educazione mirata a sensibilizzare i giovani e le comunità sul rispetto e sulla tutela della persona. La lotta contro la violenza di genere è quindi uno degli ambiti in cui è necessario intensificare gli sforzi per ottenere cambiamenti duraturi.
L’importanza della cultura come base di rinascita
Michele Di Bari ha anche introdotto in prefettura i “Dialoghi in Prefettura”, iniziativa che punta a unire le forze culturali della città e a promuovere un’immagine di Napoli diversificata e inclusiva. Il prossimo incontro vedrà la partecipazione di nomi noti della cultura e dell’arte, segno che la cultura è vista come determinante per la ricostruzione del tessuto sociale.
Sottolineando il valore dell’arte come strumento di riflessione e provocazione, il prefetto ha mostrato interesse verso opere come il Pulcinella di Gaetano Pesce, pur mantenendo una visione critica rispetto alle provocazioni artistiche. L’intento è quello di elevare la discussione culturale e di rendere l’arte accessibile e significativa per la comunità, dando voce a chi nel corso del tempo ha contribuito a rendere Napoli un luogo di grande ricchezza culturale.