La presidente del tribunale di Napoli richiama l’attenzione sull’inefficacia delle pene per i giovani

La recente dichiarazione della presidente del Tribunale di Napoli, Raffaella Garzo, ha acceso un importante dibattito sul tema della giustizia minorile. Durante un intervento a Ercolano, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Salvatore Barbaro avvenuto nel 2009, Garzo ha evidenziato la necessità di rivedere le attuali misure punitive per i giovani autori di reati gravi. Questo richiamo si pone in contrasto con l’idea diffusa che l’inasprimento delle pene non sia la soluzione ai problemi sociali legati alla violenza giovanile.

Il contesto dell’intervento della presidente Garzo

Il contesto in cui si è svolto il discorso della presidente Garzo è gravemente significativo. Il Comune di Ercolano, luogo della commemorazione dell’omicidio di Barbaro, rappresenta un’area in cui la violenza giovanile ha raggiunto livelli preoccupanti. Il caso di Barbaro, vittima di un errore fatale, pone in evidenza la necessità di affrontare seriamente il fenomeno della mafia e delle pratiche violente che coinvolgono i più giovani. Garzo ha richiamato l’attenzione su questi aspetti durante il suo intervento, sottolineando che la mancanza di un deterrente efficace rischia di favorire comportamenti sempre più gravi tra gli adolescenti.

Nella sua analisi, la presidente ha anche parlato dell’importanza della collaborazione tra famiglie e istituzioni. La creazione di un dialogo aperto e costruttivo è vitale per supportare i giovani in difficoltà, ma ciò non esclude la necessità di un intervento normativo più severo. Garzo ha affermato chiaramente che se i ragazzi sono consapevoli di poter affrontare conseguenze minime per comportamenti seriamente illeciti, questo approccio non può essere considerato adeguato. Il messaggio è che è essenziale ripensare il nostro sistema di giustizia minorile per affrontare le sfide attuali.

La questione della certezza della pena

Uno degli elementi centrali del discorso di Garzo riguarda la certezza della pena. La presidente ha messo in discussione l’idea che l’inasprimento delle pene sia inefficace, proponendo piuttosto che la reale applicazione della legge e la certezza di una punizione possano servire da deterrente per i giovani. La percezione che i reati non comportino effettive conseguenze crea un vuoto normativo in cui i comportamenti illeciti prosperano. Questo principio si applica a tutte le forme di delinquenza, dall’evasione fiscale alla violenza giovanile.

Garzo ha citato analogie efficaci, sottolineando come la legge debba essere conosciuta da tutti, senza possibilità di ignoranza. Il messaggio è chiaro:chi viola la legge deve affrontare conseguenze tangibili, e la società deve sentirsi protetta da queste violazioni. La certezza della pena, quindi, non è solo una questione legale, ma un aspetto fondamentale del contratto sociale che tiene insieme il tessuto della comunità.

La necessità di riforme significative

Riflettendo sulle parole di Garzo, diventa evidente che l’attuale sistema giuridico deve affrontare riforme significative per rispondere efficacemente ai comportamenti devianti tra i giovani. Questo non significa solo inasprire le pene, ma anche garantire che le leggi esistenti vengano applicate in modo rigoroso. Ci sono casi, come quelli di parcheggiatori abusivi e altri reati minori, dove l’inefficienza del sistema porta a una situazione paradossale. La presidente ha menzionato il caso di una parcheggiatrice abusiva con quarantuno denunce ricevute nell’ultimo anno, un esempio eclatante dell’inefficacia delle misure punitive attuali.

La questione della giustizia per i giovani merita un’analisi approfondita e una ripresa dei valori e dei principi che dovrebbero governare un sistema giuridico giusto ed equo. Risolvere il problema della violenza giovanile e della criminalità minorile implica una collaborazione sinergica tra le istituzioni, le famiglie e la società civile, così come un impegno concreto verso l’educazione e la prevenzione. La legge deve essere vista come uno strumento al servizio della società, capace di proteggere i più vulnerabili e di offrire una risposta adeguata ai comportamenti devianti.

Riflessioni e discussioni come quelle sollevate dalla presidente Garzo sono fondamentali per costruire un futuro migliore per i giovani e per la società nel suo complesso, in un momento in cui il fenomeno della criminalità giovanile rappresenta una sfida sempre più pressante.

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Filippo Grimaldi