La cronaca recente ha riacceso i riflettori sulla situazione della sanità pubblica in Campania, ponendo l’accento sulle difficoltà che affrontano i cittadini nel ricevere le cure necessarie. Una lettera inviata al direttore del Corrmezz è diventata l’ennesima testimonianza di un sistema sanitario in crisi. In questo articolo, esploreremo la risposta del direttore Enzo d’Errico, che denuncia una situazione insostenibile per tanti pazienti e le loro famiglie.
La lettera di Giuseppe Giuliani racconta una storia di grande sofferenza personale. Dal 26 dicembre 2020, la moglie di Giuliani è colpita da una malattia devastante che le ha causato paralisi e difficoltà nel parlare. Nonostante la diagnosi finale di Alzheimer, il percorso di cura è rimasto interrotto: il fisiatra della ASL ha prescritto 90 giorni di fisioterapia, ma in quattro anni non è arrivato nessun intervento. Giuliani ha provato a contattare diverse autorità, tra cui rappresentanti della regione e del governo, senza ricevere alcuna risposta.
Questo racconto non è un caso isolato. Raccoglie l’esasperazione di molti cittadini che, simili a Giuliani, si trovano a dover combattere una battaglia per ricevere le cure che dovrebbero essere garantite. Il problema si amplifica, poiché le famiglie che si trovano in situazioni analoghe spesso devono affrontare non solo la malattia, ma anche l’indifferenza e la mancanza di sostegno da parte delle istituzioni.
Nella sua risposta, il direttore Enzo d’Errico evidenzia l’emergenza che caratterizza il sistema sanitario pubblico. Fa notare come la questione dell’assistenza ai disabili, e in particolare alle persone con disabilità psicofisica, resti un tema attuale e preoccupante. D’Errico sottolinea che per chi è colpito da una grave malattia, un sistema sanitario dovrebbe garantire non solo cure adeguate, ma anche un’umanità e una comprensione che paiono mancare attualmente.
La lamentela del direttore si allarga al contesto della sanità pubblica, una volta considerata un vanto del sistema welfare italiano. Oggi, ritenendo che i governi, indipendentemente dal loro colore politico, abbiano progressivamente ridotto le risorse destinate alla sanità a favore di pratiche private, d’Errico si scaglia contro quanto accade nell’ambito sanitario campano. Denuncia la propaganda di successo che si è diffusa, a fronte di una realtà in cui gli operatori della sanità tentano, contro ogni previsione, di mantenere la propria integrità e dedizione al Servizio Sanitario Nazionale.
Un altro aspetto toccato nella risposta riguarda l’isolamento che vivono le persone colpite da malattie gravi. D’Errico parla di una “solitudine” che colpisce i pazienti e le loro famiglie, lasciate a combattere le proprie battaglie senza nessun supporto. Questo isolamento è accentuato dalla scarsa disponibilità di informazioni e dal disinteresse percepito da parte di chi ha il compito di garantire assistenza e cura.
La frustrazione di chi chiede aiuto e si sente considerato un “rompiscatole” è palpabile nelle lettere che giungono alle redazioni e nei racconti portati all’attenzione pubblica. D’Errico richiama l’attenzione su tali racconti, sottolineando che, invece di giustificare l’inefficienza del sistema, sarebbe opportuno ascoltare le istanze di chi vive questi drammi quotidianamente. La salute mentale e il supporto emotivo non dovrebbero mai essere sottovalutati, eppure, oggi, vengono relegati a un ruolo marginale.
La risposta del direttore non si limita a una critica, ma si trasforma in un appello per il cambiamento, affinché la sanità pubblica riprenda la sua funzione fondamentale: quella di proteggere e curare i suoi cittadini, senza lasciare nessuno indietro. La situazione richiede un intervento concreto e urgente, affinché storie come quella di Giuliani non rimangano più inascoltate.