La stagione di basket ha riservato alcune sorprese interessanti, in particolare riguardo agli schemi tattici adottati dalla squadra di Messina. Con l’assenza di alcuni centri, è emersa una nuova strategia che ha portato a risultati sorprendenti. L’approccio innovativo ha visto la collaborazione di giocatori come LeDay e Mirotic in campo, trasformando il gioco della squadra e mettendo in luce la loro versatilità.
L’assenza dei centri e l’adattamento della squadra
La stagione è stata caratterizzata da diverse assenze nel ruolo di centro, rendendo necessario un cambio di strategia per l’intero team. Giocatori come Nebo, McComack, Gillespie, Caruso e Diop hanno affrontato limitazioni fisiche che li hanno portati a essere assenti in vari momenti. Questo ha costretto Messina a pensare a nuove soluzioni sulla gestione del gioco. Senza una presenza centrale solida, il coach ha scelto di schierare contemporaneamente LeDay e Mirotic, ottimizzando le loro caratteristiche per ottenere il massimo in attacco e difesa.
Con LeDay in campo, la squadra ha potuto espandere il gioco, sfruttando le sue abilità per trascinare i centri avversari lontano dal ferro. Questo movimento ha liberato l’area per altri giocatori, facilitando opportunità per tiri aperti. La manovra ha mostrato come, a fronte di difficoltà, sia possibile trovare soluzioni creative e funzionali all’interno del roster.
Mirotic in “quintetti small”: un gioco da protagonisti
Un aspetto notevole di questa nuova impostazione tattica è l’incremento del rendimento di Mirotic, il quale ha trovato nuova linfa nei “quintetti small”. Con un numero maggiore di spazi creati attorno a lui, è emersa una dimensione creativa che ha permesso al giocatore di esprimere al meglio le proprie qualità. Mirotic ha potuto agire con maggiore libertà e propositività, risultando decisivo nel costruire il gioco e nel finalizzare le azioni.
Contrastando i centri tradizionali, come si è visto con i vari avversari, Mirotic ha mostrato una maggiore efficacia. La sua capacità di attaccare il ferro e di allargare il gioco ha avuto un impatto positivo sulle dinamiche di squadra. Questo approccio, che ha basato gran parte della propria forza sulla presenza di tre esterni, ha creato delle sfide per le difese avversarie, costringendole a rivedere le loro marcature.
La sfida degli avversari e l’efficacia della nuova strategia
Nel corso di questo periodo di adattamento, le difficoltà degli avversari nel prendere le misure ai nuovi schemi sono diventate evidenti. La squadra di Trapani, per esempio, non è riuscita a trovare il giusto assetto difensivo contro le manovre di LeDay e Mirotic. La loro capacità di muoversi lungo il perimetro ha creato situazioni favorevoli, con le difese che si sono trovate spesso in difficoltà di fronte a questo nuovo modo di affrontare le partite.
La versatilità tattica ha dimostrato come, adattandosi alle circostanze, la squadra di Messina è riuscita a mantenere alto il livello di competitività. Questo ha messo in discussione le strategie difensive delle altre squadre e ha influenzato significativamente l’andamento delle partite.
Il percorso di questa stagione ha rivelato che, nonostante le sfide, la squadra può reinventarsi e rimanere una delle formazioni temute del campionato. La capacità di dare vita a nuove idee di gioco e strategie, anche in un contesto di assenze, è un segno della crescita della squadra e dell’abilità del coach di gestire la situazione.