La scoperta di un diario di guerra in Cilento: la storia di Andrea Ciardo e la sua poesia “Ode a Fossalta”

La scoperta di un diario di guerra in Cilento: la storia di Andrea Ciardo e la sua poesia “Ode a Fossalta” - Ilvaporetto.com

Un recente ritrovamento di un diario di memorie della Prima Guerra Mondiale ha riacceso l’interesse sulla figura del soldato-poeta Andrea Ciardo. La scoperta, avvenuta in un baule dimenticato, ha portato Lorenzo Mazzonetto a una ricerca storica che ha unito comuni del Cilento e del Piave attraverso un libro rivelatore.

La scoperta del diario: un viaggio nel passato

Lorenzo Mazzonetto, appassionato studioso e storico, ha fatto una scoperta che avrebbe sconvolto qualsiasi amante della storia. Aprendo un baule nel suo garage, ha trovato un quaderno ingiallito dal tempo contenente il diario di Andrea Ciardo, un soldato-poeta che ha combattuto nei sanguinosi scenari della Prima Guerra Mondiale. Questa scoperta, apparentemente casuale, ha dato il via a una ricca esplorazione storica che ha svelato una vita di battaglie e sacrifici.

Ciardo, originario del comune di Campora, nel Cilento, era un ardente tenente degli Arditi, quelle truppe d’élite italiane che si sono distinte per il loro valore in guerra. La sua vicenda, però, non si limita soltanto al campo di battaglia. Il diario includeva una poesia intitolata “Ode a Fossalta”, un tributo alle esperienze vissute e ai compagni caduti durante le dure fasi della guerra. La poesia ha colpito profondamente Mazzonetto, spingendolo a indagare più a fondo sulla vita e le gesta di Ciardo.

Nella sua ricerca, Mazzonetto ha esaminato documenti storici, fotografici e lettere conservate, permettendo di ricostruire il contesto in cui Ciardo operò. È emersa una figura di grande coraggio, un soldato che ha affrontato non solo il nemico, ma anche le difficoltà della guerra, portando il suo bagaglio di esperienze e emozioni nel mondo della poesia.

L’ardito poeta: un eroe tra le trincee

Andrea Ciardo è nato nel marzo 1887 a Campora. Il suo percorso nella Prima Guerra Mondiale lo ha visto combattere con onore nei pressi del Piave, uno dei luoghi più emblematici dei conflitti che hanno segnato la storia italiana. Durante il suo servizio, Ciardo ricevette la Medaglia d’Argento al Valore Militare per i suoi atti di eroismo. Secondo la motivazione ufficiale, affrontò nemici superiori in numero e in armamento, continuando a incitare le sue truppe anche in momenti di grande difficoltà.

Oltre alla sua carriera militare, ciò che rende Ciardo una figura sofferente e tragica è la sua sensibilità come poeta. Le sue opere, e in particolare “Ode a Fossalta”, offrono una finestra sulle angosce e le speranze di un uomo costretto alla guerra. Mazzonetto ha notato come il passaggio da un combattente a un poeta racconti una storia più ampia sulla condizione umana durante i conflitti.

Il 23 giugno 1918, Ciardo fu ferito gravemente, una delle tante cicatrici fisiche e psicologiche lasciate dalla guerra. Nonostante le avversità, continuò la sua carriera militare, diventando un simbolo di resilienza e determinazione. La sua storia incarna il sacrificio e la lotta di molti italiani che hanno fronteggiato i conflitti armati.

Un legame che unisce: il gemellaggio tra Cilento e Piave

La ricerca di Lorenzo Mazzonetto ha avuto un impatto significativo per le comunità di Fossalta e Campora. Le scoperte fatte hanno portato alla luce non solo la figura di Ciardo, ma anche le imponenti perdite subite da Fossalta durante la guerra. Mazzonetto ha condiviso il suo lavoro con i sindaci di entrambe le località, contribuendo a instaurare un legame di amicizia e collaborazione tra le due comunità.

Il sindaco di Fossalta, Finotto, ha manifestato gratitudine verso Mazzonetto per aver riportato alla luce una figura dimenticata, mentre Zanolla, sindaco di Quero Vas, ha sottolineato il valore di questo gemellaggio. Insieme hanno inaugurato una stele in onore di Andrea Ciardo, un modo per preservare la memoria e il sacrificio dei soldati della Grande Guerra.

Ma la vita di Ciardo non si è limitata agli anni del conflitto. Dopo il suo servizio, ha proseguito la sua carriera come insegnante, un ruolo che ha ricoperto fino al 1986, anno del suo congedo. Trasferitosi a Formia, ha desertato anche in altre missioni, come quella a Mogadiscio nel 1936, prima di ritirarsi definitivamente dalla vita militare.

Questa storia è una testimonianza vivente di come la memoria e la cultura possano unire luoghi e persone distanti, sottolineando l’importanza di esplorare il passato per comprendere il presente.

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