L’evoluzione del linguaggio riflette i cambiamenti della società e della cultura, portando con sé nuovi termini e concetti che arricchiscono il nostro vocabolario. Tra questi, il termine “semplessità”, coniato dal neuroscienziato Alain Berthoz, sta guadagnando attenzione e significato. Questo concetto si propone di svelare le sofisticate funzioni innate dell’essere umano, capaci di affrontare le complessità quotidiane, dal mondo educativo alla sfera politica. Il 10 di questo mese, si svolgerà un evento significativo a Pompei, dedicato alla presentazione del libro di Maurizio Sibilio, che esplorerà in profondità il tema della semplessità.
La semplessità non deve essere confusa con la semplicità. In effetti, si tratta di un concetto che trascende l’entità di “facile” e abbraccia l’idea di un potenziale umano che emerge nel corso di situazioni complesse. Berthoz definisce la semplessità come un insieme di capacità psicologiche e biologiche che permettono all’individuo di orientarsi e prendere decisioni efficaci anche in contesti carichi di incertezze. Questa consapevolezza del proprio patrimonio di competenze rappresenta un elemento cruciale per l’adattamento e la resilienza.
La semplessità coinvolge processi cognitivi, ma è anche profondamente legata all’azione. L’individuo deve essere capace di tradurre le proprie conoscenze in azioni concrete, quindi è fondamentale la capacità di affrontare il groviglio di problemi quotidiani. Affrontare una complessità non significa ridurla a semplici scelte binarie, ma piuttosto sviluppare una comprensione profonda di tutti gli aspetti in gioco e navigare tra di essi con discernimento.
In fin dei conti, la semplessità invita a un approccio multidimensionale nella risoluzione dei problemi. Non offre soluzioni facili, ma propone un modo di vedere le sfide quotidiane come opportunità per l’interazione e l’interconnessione, sia con se stessi che con gli altri. Così come un marinaio utilizza il vento e il timone per orientarsi in mare aperto, l’individuo deve fare uso della propria motivazione e del senso attribuito alla propria vita per superare gli ostacoli.
Il prossimo incontro si svolgerà presso l’Hotel Habitat di Pompei, e avrà inizio alle ore 10. Questo evento non rappresenta solo la presentazione di un libro, ma diventa un’importante occasione di dialogo e condivisione di idee e concetti innovativi. Organizzato dai Lions Club Pompei Host e dal Leo Club Pompei, l’incontro vedrà la partecipazione di figure di rilievo nel panorama accademico e sociale.
Dopo l’apertura affidata al governatore Tommaso di Napoli, il programma prevede un’intervista condotta da Carmela Carbone con Maurizio Sibilio, il quale approfondirà il tema della semplessità. Sibilio, con la sua vasta esperienza nel campo dell’educazione e della pedagogia, offrirà una prospettiva unica su come questa teoria possa applicarsi nella formazione e nell’educazione. La sua prossimità all’opera di Berthoz e il suo ruolo di Prorettore all’Università degli Studi di Salerno vitalizzeranno la discussione, rendendo il contributo scientifico di Sibilio accessibile e rilevante per i partecipanti.
Questa conferenza non solo si pone l’obiettivo di far conoscere il concetto di semplessità, ma anche di stimolare un dibattito profondo sulle sfide educationali contemporanee e su come affrontarle. Sarà un’ottima opportunità per professionisti, educatori e tutti coloro interessati a esplorare il potenziale dell’umanità.
Maurizio Sibilio è un esperto rinomato nel settore della didattica e della pedagogia. Attualmente ricopre la posizione di professore ordinario al Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università di Salerno. Il suo lavoro si distingue non solo per il rigore accademico, ma anche per l’approccio innovativo che adotta nell’esaminare le nuove teorie educative, con un particolare focus sulla teoria della semplessità.
La sua collaborazione con Alain Berthoz ha aperto nuovi orizzonti nello studio dell’educazione, permettendo di esplorare come i principi della semplessità possano essere applicati nel mondo didattico. Recentemente, Sibilio ha analizzato la non linearità delle esperienze educative, evidenziando come il processo formativo debba tener conto di molteplici dimensioni, dall’aspetto psicologico a quello culturale.
Questa concezione bio-educativa dell’educazione chiama in causa le interazioni tra natura e cultura, sottolineando l’importanza di un approccio integrato che consideri l’essere umano nella sua complessità. I suoi studi potrebbero rappresentare un modello efficace per educatori e formatori nel contesto contemporaneo, stimolando una riflessione critica e favorendo un cambiamento nel modo di concepire la formazione.