Il Napoli, sotto la guida di Antonio Conte, si sta facendo notare per una solidità difensiva che richiama alla mente le prestazioni della squadra di Spalletti, ma con risultati visibili e significativi. In un campionato dove la stabilità è cruciale, questo nuovo volto della squadra partenopea sta mostrando un equilibrio tra attacco e difesa che potrebbe rivelarsi decisivo per la sua corsa al titolo.
Un attacco meno prolifico rispetto al passato
Nella stagione in corso, il Napoli di Conte ha raccolto un bottino offensivo che, seppur positivo, si discosta nettamente da quello del Napoli guidato da Luciano Spalletti. Se l’ex tecnico aveva allestito un attacco potentissimo, in grado di sbancare i portieri avversari ben 48 volte nelle prime 20 partite, l’attuale formazione ha segnato fino ad ora 32 reti, con una media di 1.6 gol a partita. Questo dato evidenzia una certa difficoltà nel trovare la via del gol con la stessa efficacia della squadra precedente, pur mantenendo una presenza costante in area avversaria.
Il gioco proposto da Conte sembra puntare su una maggiore organizzazione e su una costruzione del gioco più meticolosa. La squadra appare meno incline a vagare nelle verticalizzazioni improvvise e gioca più spesso a protezione della propria metà campo. Ciò significa che i tiri verso la porta sono più ragionati, piuttosto che frutto di azioni estemporanee. Tale approccio potrebbe giustificare l’abbassamento del tasso realizzativo, senza però compromettere le ambizioni della squadra.
Un comparto difensivo da primato
Il dato che emerge con forza è quello della solidità difensiva. Il Napoli di Conte ha finora subito solamente 12 reti, un risultato che lo pone in vantaggio rispetto al Napoli di Spalletti, che alla stessa altezza della stagione aveva incassato 15 gol. Questo miglioramento è frutto di un lavoro preciso e metodico, che ha permesso di costruire un assetto difensivo compatto e difficilmente superabile. Questo aspetto è fondamentale, considerando quanto possa influenzare le dinamiche di una partita.
La squadra ha anche raggiunto un numero impressionante di clean sheet, ben 12 in totale, contro gli 8 della gestione Spalletti. Avere una difesa che chiude spesso la porta è un vantaggio non indifferente, in grado di liberare l’attacco da una pressione eccessiva. Ogni clean sheet rappresenta un motivatore ulteriore per la squadra, consolidando ulteriormente il morale e la coesione tra i giocatori.
La differenza tra le filosofie di gioco
Nel confronto tra le due gestioni, emerge una differenza fondamentale nelle filosofie di gioco imposte dai due allenatori. Mentre Spalletti privilegiava un gioco offensivo, fatto di pressioni alte e rapide ripartenze, Conte sembra preferire una maggiore attenzione alla fase difensiva, accompagnata da un gioco più ragionato. Questa filosofia ha il potenziale di forgiare una squadra robusta in grado di gestire le controparti.
L’approccio di Conte, incentrato sulla solidità ma capace di affrontare le sfide, potrebbe rivelarsi decisivo nella lunga e faticosa corsa per il titolo. Si tratta di un equilibrio delicato, che potrà dare i suoi frutti se i risultati continuano a mantenere il Napoli competitivo non solo in campionato, ma anche nelle competizioni europee.
La stagione è ancora lunga e gli sviluppi futuri mostreranno se questa solidità difensiva e la necessità di trovare un attacco più prolifico saranno sufficienti a confermare la formazione partenopea come una delle contender principali nel panorama calcistico italiano e internazionale.