Il nuovo libro di Francesco Lubrano, Bacoli tra Ottocento e Novecento, offre una visione approfondita e documentata sul ricco passato di Bacoli e dei Campi Flegrei. Attraverso una dettagliata analisi delle personalità che hanno segnato queste terre nel corso dei secoli, il volume illumina vicende storiche meno conosciute, mettendo in evidenza le dinamiche culturali, politiche e sociali che hanno plasmato l’identità di questa comunità. L’opera è edita da D’Amico Editore e si propone come una risorsa fondamentale per chi desidera comprendere le radici storiche di Bacoli.
Bacoli e le personalità illustri tra Ottocento e Novecento
Un fulcro di cultura e politica
Nel corso degli ultimi due secoli, Bacoli ha visto il passaggio di diverse personalità significative nel mondo della cultura, della politica e della scienza. Uno degli esempi più emblematici è il padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, che scelse il Castello di Baia come ambientazione per la sua prima opera teatrale, I Prigionieri. Questo particolare legame con il castello risale al 1916, durante la Prima guerra mondiale, quando Marinetti visitò il sito per trattare la situazione di detenuti militari austriaci. La scelta del castello rappresenta, secondo l’autore, una “oscura parabola della condizione umana” che invita a riflettere sul significato di libertà e prigionia.
Oltre a Marinetti, altre figure sono state legate a Bacoli, tra cui Francesco Saverio Nitti, ex presidente del Consiglio, che trascorreva i suoi soggiorni a Villa Schiano. La sua presenza riflette l’attrattiva del luogo per politici e intellettuali. Inoltre, va menzionato Pietro Castellino, scienziato e mentore di Giuseppe Moscati, che trascorse gli ultimi istanti della sua vita a Bacoli. Queste personalità, insieme a molti altri, contribuiscono a creare un’affascinante rete di collegamenti culturali e storici che forniscono uno spaccato della società del tempo.
Le dinamiche socio-politiche di Bacoli
La lotta per l’autonomia e i conflitti locali
Nel suo lavoro, Lubrano non si limita a esaminare gli aspetti culturali, ma approfondisce anche le tensioni politiche che hanno caratterizzato Bacoli dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento. Uno degli episodi più significativi è rappresentato dalla lunga battaglia per l’autonomia che ha visto Bacoli separarsi da Pozzuoli, con una lotta che si è protratta per quasi cento anni. Questa contesa, conclusasi nel 1919, ha portato Bacoli a ottenere la sua autonomia amministrativa, segnando un importante traguardo per la comunità.
Le tensioni non si limitavano unicamente alla separazione da Pozzuoli, ma coinvolgevano anche le dinamiche interne tra varie località, come Miseno, Cappella e Baia, ciascuna con le proprie aspirazioni autonomiste. Questi conflitti hanno spesso sollevato interrogativi sull’unità e sull’identità di Bacoli, riflettendo un contesto segnato da rivalità e alleanze strategiche. Il libro di Lubrano fornisce una ricostruzione dettagliata di questi eventi, contribuendo a una comprensione più profonda delle origini delle famiglie e dei gruppi di potere che hanno influenzato la vita politica e sociale del tempo.
La trasformazione economica e culturale
Dalla tradizione rurale all’industrializzazione
Un altro aspetto significativo trattato da Lubrano è il cambiamento economico che ha interessato Bacoli negli anni dell’industrializzazione. L’installazione della fabbrica meccanica Armstrong nel 1885 ha segnato un punto di svolta, trasformando la tradizionale economia agricola e ittica in un contesto industriale. Questo sviluppo ha comportato una metamorfosi radicale per la popolazione, con contadini e pescatori che si sono trasformati in operai metalmeccanici.
Tuttavia, questa trasformazione non è stata priva di conseguenze negative. Lubrano evidenzia come l’illusione di progresso che accompagnava l’industrializzazione non sempre si traducesse in un reale miglioramento della qualità della vita. La rivisitazione delle tradizioni culturali e l’erosione di pratiche secolari legate alla terra e al mare si sono rivelate problematiche per la comunità, creando un divario tra aspettative e realtà.
In questa complessa interazione tra il nuovo e il vecchio, il lavoro di Lubrano diventa un’importante documentazione storica e sociale, invitando il lettore a riflettere sulle sfide e le opportunità che hanno caratterizzato la culla del progresso industriale che rappresenta Bacoli.
La commemorazione e il riconoscimento delle radici locali
La valorizzazione dell’identità comunitaria
Il libro di Francesco Lubrano non è solo un resoconto storico, ma un invito alla riscoperta delle proprie radici. Sottolineando la natura policentrica della comunità, l’autore mette in evidenza gli interessi spesso contrastanti del notabilato locale, il quale ha cercato di contenere le spinte più radicali della società. Questo scenario è indicativo delle tensioni interne che hanno connotato Bacoli, un microcosmo dove si intrecciano aspirazioni liberali e conservatrici.
Inoltre, Lubrano sollecita un’importante riflessione sulla memoria collettiva, evidenziando la necessità di eventi commemorativi che onorino personalità locali che hanno contribuito in modo significativo alla storia di Bacoli. L’autore menziona, ad esempio, la proposta di intitolare una strada all’ex sindaco Ernesto Schiano, in segno di riconoscimento per il suo operato a favore della comunità.
Questa valorizzazione delle radici storiche non solo arricchisce il patrimonio culturale di Bacoli, ma offre anche strumenti per un confronto consapevole con il presente. Lubrano, con il suo lavoro, si pone come un custode della memoria, invitando la comunità a riflettere sulle proprie origini e sull’importanza di mantenere vive le storie che hanno contribuito a plasmare l’identità flegrea.