Paboy, un giovane di 32 anni, ha intrapreso un viaggio straordinario dalla sua terra natale fino a diventare un designer di successo in Italia. La sua storia è contrassegnata da esperienze estreme e sfide che mostrano la resilienza dell’animo umano. Oggi i suoi cuscini sono apprezzati nel Regno Unito e presentati nelle riviste di moda di maggiore prestigio. La sua avventura inizia a migliaia di chilometri dalla sua nuova vita, un percorso costellato di pericoli e determinazione.
Nato in una famiglia numerosa, Paboy ha affrontato fin da giovane le difficoltà legate a una situazione economica precaria. Suo padre aveva due mogli e Paboy è uno dei cinque figli della madre. A causa delle limitate risorse familiari, è costretto a interrompere gli studi e inizia a lavorare come apprendista sarto nella bottega dello zio. Tuttavia, il desiderio di una vita migliore lo spinge a lasciare il suo Paese d’origine, affrontando un percorso pericoloso attraverso il Senegal, il Mali, il Burkina Faso e il Niger.
Durante questo tragitto, il suo mezzo di trasporto subisce un guasto nel deserto e da quel momento inizia una serie di eventi sfavorevoli che quasi mettono a rischio la sua vita. Il viaggio si complica ulteriormente quando Paboy raggiunge la Libia, dove viene catturato da una banda di rapitori che lo tengono prigioniero. In una nazione in cui la violenza è all’ordine del giorno, Paboy trascorre mesi in ostaggio senza la possibilità di pagare un riscatto. La sua intelligenza e la sua determinazione gli consentono di elaborare un piano di fuga, ma il ritorno alla libertà si rivela essere solo l’inizio di nuove avventure.
Dopo la rocambolesca fuga dalla prigionia, Paboy raggiunge Tripoli con l’intenzione di affrontare la traversata del Mediterraneo verso l’Europa. La sua condizione economica lo costringe a pagare 35mila euro per tentare di imbarcarsi. Tuttavia, il suo primo tentativo di traversata risulta fatale: le condizioni avverse lo costringono a tornare indietro e purtroppo alcune persone perdono la vita.
Dopo diversi tentativi, finalmente Paboy riesce a ottenere un passaggio per Lampedusa, dove ha inizio un nuovo capitolo della sua vita. Lì trascorre due anni in un campo profughi, affrontando il periodo di accoglienza e i servizi essenziali disponibili per i migranti. In seguito, si stabilisce a Napoli, dove riesce a trovare lavoro in una fabbrica di maioliche. Tuttavia, l’emergenza sanitaria del Covid-19 segna una nuova battuta d’arresto per lui, poiché perde il lavoro a causa della crisi economica scaturita dalla pandemia.
Nonostante le avversità, Paboy non si arrende. Durante il lockdown, trova una vecchia macchina per cucire e decide di avviare un nuovo percorso professionale, realizzando cuscini utilizzando tessuti di risulta. Il suo talento creativo e il suo occhio per il design lo portano a condividere i suoi lavori sui social media, dove riscuotono interesse da parte di una acquirente britannica.
Grazie a questo contatto, Paboy inizia a costruire una rete di clienti affezionati e si fa notare anche dalla designer siciliana Elena Scarlata, che apprezza i colori e lo stile dei suoi cuscini. La collaborazione tra i due professionisti si basa sulla fusione di tradizione e modernità, rielaborando simboli e iconografie che richiamano le radici mediterranee. Insieme, esplorano nuove idee per espandere la linea di prodotti, rendendo omaggio alla tradizione artigianale e al design contemporaneo.
Oggi, Paboy si pone obiettivi ambiziosi, desiderando non solo sviluppare ulteriormente la sua attività, ma anche creare opportunità per altre persone che, come lui, hanno affrontato difficoltà immense. La sua esperienza personale lo motiva a diventare un imprenditore sociale, unendo la sua passione per il design con il desiderio di aiutare gli altri e dare loro voce. La sua storia è un potente esempio di come l’arte del cucito possa fungere da mezzo di riscatto e guarigione quando tutto sembra perduto.