Una tragica vicenda ha scosso l’opinione pubblica nelle ultime settimane, portando alla ribalta la figura di Yasmine, una bambina di 11 anni proveniente dalla Sierra Leone. La piccola è l’unica superstite di un naufragio avvenuto nei pressi delle acque di Lampedusa, e il suo salvataggio ha aperto un dibattito su immigrazione, sicurezza e accoglienza di minori non accompagnati. Ad emergere è ora la necessità di garantire a Yasmine protezione e assistenza, mentre si compiono le opportune indagini per ricostruire la sua storia familiare.
La situazione di Yasmine all’hotspot di Lampedusa
A comunicarlo è stata la Procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, che si occupa della giovane. In base alle informazioni fornite, Yasmine lascerà presto l’hotspot di Lampedusa per essere trasferita in una comunità dedicata a minori. Le condizioni attuali della bambina destano grande preoccupazione; è fondamentale che non rimanga a lungo in un locale che potrebbe risultare inadeguato per le sue necessità emotive e psicologiche dopo l’esperienza traumatica vissuta. “Deve stare il meno possibile all’hotspot”, ha affermato Caramanna.
Il dibattito sulla gestione dei minori non accompagnati si intensifica ogni settimana e la storia di Yasmine rappresenta un caso emblematico. La Procuratrice ha già dichiarato che si avvieranno indagini per verificare se la bambina abbia ancora dei parenti, e qualora risultasse orfana, si procederà alla richiesta di adozione. Un eventuale ricongiungimento con la sua famiglia resta possibile, sempre che ci siano elementi concreti per dimostrarne l’esistenza.
Il racconto di quel terribile naufragio
Yasmine è stata salvata in un momento di disperazione. Mentre si trovava nel mare aperto, ha lanciato segnali di aiuto, attirando l’attenzione degli operatori della ONG tedesca Compasscollective. I soccorritori raccontano di averla vista aggrappata a due camere d’aria e visibilmente in stato di shock. “Ho 11 anni e vengo dalla Sierra Leone“, sono state le sue prime parole ai volontari. Durante l’interrogatorio, Yasmine ha raccontato come, insieme a suo fratello, fosse partita da Sfax, in Tunisia, con un gruppo di altre 44 persone.
Il viaggio si è trasformato in un incubo quando la barca ha cominciato a imbarcare acqua, fino a naufragare. “Ci siamo tenuti agganciati alle camere d’aria”, ha spiegato la piccola, evidenziando la solidarietà che si era creata tra lei e altri naufraghi. Purtroppo, il dramma non è finito bene per tutti, e Yasmine ha perso il contatto con i suoi compagni di traversata.
La risposta delle autorità e le indagini in corso
La situazione di Yasmine ha portato anche all’attenzione delle autorità locali, che hanno avviato un’inchiesta per chiarire le responsabilità legate al naufragio. Il Procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, ha aperto un fascicolo per naufragio e omicidio colposo plurimo, con l’aggiunta di accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Guardia di Finanza ha istituito un’operazione per trovare tracce degli altri 44 passeggeri, ma finora senza successo.
Le notizie diffuse dalla piccola sono allarmanti. Ha fatto sapere di avere due fratelli in attesa di partire dalla Tunisia, e questo rende ancora più urgente il lavoro degli investigatori nel comprendere la reale portata di questa tragedia. Yasmine, nel frattempo, delira assistenza medica e psicologica, già in grado di tornare a un’adeguata condizione di salute dopo le prime cure.
Con il futuro da scrivere ancora davanti a sé, Yasmine lascerà in tempi brevi la struttura di accoglienza, e il suo percorso si sposterà verso una comunità protetta per minori, dove potrà finalmente iniziare a recuperare dipendendo dal supporto di esperti.