Il Savoia Calcio, fondato nel 1908, ha vissuto un percorso ricco di trionfi ma anche di ombre. Oggi, la squadra è al centro di un’inchiesta per presunti legami con il clan Gionta, svelando un tratto inquietante della sua storia. Scopriamo i passaggi salienti del club, dall’epoca di fondazione fino alle recenti turbolenze.
La data del 21 novembre 1908 segna la nascita dell’Unione Sportiva Savoia, fondata da un gruppo di industriali locali operanti nel settore dei mulini e pastifici. La società ha visto i suoi primi successi negli anni successivi, aumentando la propria popolarità e attirando un grande seguito di tifosi. Negli anni ’30 e ’40, il club compare regolarmente in competizioni calcistiche di rilevanza regionale, raggiungendo alcuni traguardi storici. Tuttavia, già alla fine degli anni ’70, il Savoia affronta gravi difficoltà finanziarie. Le incertezze economiche portano la società a un cambio di denominazione nel 1978, diventando Associazione Calcio Savoia 1908, sotto la dirigenza dell’imprenditore Francesco Immobile, il cui nome si lega a un periodo problematico.
Negli anni ’80, la gestione della famiglia Farinelli segna l’inizio di un ciclo vincente per il Savoia. Sotto la presidenza di Pasquale Farinelli e successivamente di suo fratello Luigi, il club raggiunge il culmine del suo successo, ottenendo promozioni e partecipazioni a campionati di alto livello, inclusa la Serie B. Gli anni ’90 sono caratterizzati da un continuo cambio d’imprenditori al vertice, ma il Savoia continua a raccogliere risultati di rilievo. Tuttavia, la dirigenza si trova nuovamente a dover affrontare critiche e inchieste, culminando nel passaggio di proprietà a Mario Moxedano, noto per problemi legali legati a frodi sportive. Moxedano guida il club fino alla promozione in Serie B, un risultato storicamente significativo.
Dalla fine degli anni ’90 fino ai primi anni 2000, il Savoia subisce una serie di crisi che ne compromettono l’integrità e la stabilità. Dopo la gestione di Moxedano, il club cambia più volte proprietà e denominazione, fino a diventare Associazione Sportiva Dilettantistica Calcio Savoia nel 2010. Nonostante i tentativi di rifondazione e rilancio, il club entra in un vortice di problematiche economiche e giuridiche. Nel 2011, un’asta permette di recuperare il brand “Associazione Calcio Savoia 1908”, ma l’euforia dura poco e il club è costretto a una fusione con altre società sportive. Nel 2014, il Consorzio Stabile Segesta rileva il titolo, ma la situazione continua a deteriorarsi, portando a un nuovo fallimento e alla creazione dell’A.S.D Oplonti Pro Savoia nel 2015.
La fase più oscura per il Savoia si manifesta a partire dal 2021, quando emergono legami tra il club e il clan Gionta. L’inchiesta culmina nel maxiblitz del 30 novembre 2021, che porta all’arresto di numerosi membri dell’organizzazione mafiosa. Le intercettazioni rivelano che le varie dirigenze del Savoia erano costrette a pagare un pizzo al clan, una situazione confermata da Pietro Izzo, ex appartenente al clan che è diventato collaboratore di giustizia. Le conseguenze di queste scoperte sono devastanti per la reputazione del club, e nel 2022, l’ex direttore sportivo Felicio Ferraro e il fratello Salvatore ricevono condanne significative per estorsione ai danni della società.
Recentemente, il Savoia Calcio ha cercato di risollevarsi da un passato travagliato con l’ingresso nel mondo calcistico del principe Emanuele Filiberto. Da una volontà di ricostruzione e al contempo l’intenzione di combattere le infiltrazioni mafiose, il principe si è lanciato nel progetto di rilancio del club con parole che ispirano ottimismo e desiderio di cambiamento. La sua visione del Savoia si riassume in un appello ai giovani, sottolineando come lo sport possa rappresentare una valida alternativa alla malavita. La sfida è ardua, ma l’intento di riportare il Savoia a una nuova era di successi e integrità è palpabile, mentre la comunità guarda al futuro con un misto di speranza e cautela.