Il caso di Salvatore Giordano, il quattordicenne tragicamente deceduto nel 2014 a Napoli, continua a sollevare interrogativi e indignazione. Mentre si ricorda l’incidente avvenuto in via Toledo, risuona forte il tema della responsabilità e della giustizia mai ottenuta dalla famiglia. A sottolineare la gravità della situazione è l’avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia di Salvatore, che insiste su come l’evento non fosse affatto imprevedibile, ma piuttosto il risultato di una serie di negligenze da parte delle autorità competenti.
Il fattore premonitore: le segnalazioni ignorate
La storia di Salvatore Giordano è segnata da segnali premonitori ignorati dall’amministrazione pubblica. Solo un paio di mesi prima del tragico incidente, nel mese di maggio 2014, un tecnico del Servizio di Protezione Civile del Comune di Napoli aveva effettuato un’ispezione nella Galleria Umberto. Durante questo controllo, venne segnalato un distacco di intonaco dal cornicione, portando il professionista a inviare una comunicazione urgente al Servizio Sicurezza Abitativa. “Interventi immediati erano necessari per evitare futuri pericoli”, ha ribadito l’avvocato Pisani, richiamando l’attenzione sulla responsabilità del Comune di Napoli di proteggere i cittadini.
Le segnalazioni tecniche precedenti al crollo fatale evidenziavano chiaramente la vulnerabilità della struttura. I Vigili del Fuoco, lo stesso giorno del decesso di Salvatore, identificarono la necessità di eseguire una verifica generale della facciata, proponendo interventi di consolidamento e un idoneo transennamento dell’area sottostante. Tuttavia, queste raccomandazioni rimasero inascoltate e, come si può immaginare, portando a quel tragico epilogo.
La mancanza di giustizia dopo undici anni
A undici anni dall’incidente, la questione della giustizia per Salvatore e la sua famiglia rimane irrisolta. L’avvocato Pisani esprime un profondo rammarico non solo per la morte del giovane, ma anche per il disinteresse dimostrato dall’amministrazione comunale nei confronti della richiesta di risarcimento. “Nessun risarcimento è stato riconosciuto alla famiglia Giordano”, dichiara con attenzione. Questo non è solo un’ingiustizia nei confronti della famiglia, ma un’amara constatazione per la città di Napoli, un posto dove il dolore di una perdita potrebbe e dovrebbe essere onorato.
Il caso ha visto la condanna di un dipendente comunale, ma ciò non ha portato a un cambiamento sostanziale nel modo in cui la città gestisce la sicurezza pubblica. L’avvocato Pisani sottolinea che la reazione dell’amministrazione, caratterizzata da un totale disinteresse, “urla vendetta.” “La famiglia Giordano ha subito un danno morale incommensurabile, e la città di Napoli continua a subire una ferita aperta a causa di questo evento drammatico e del tutto evitabile,” aggiunge l’avvocato.
Un simbolo di indifferenza e irresponsabilità
Il tragico destino di Salvatore Giordano riemerge ogni volta che si parla della Galleria Umberto, uno dei monumenti simbolo di Napoli. “È un simbolo di indifferenza e irresponsabilità da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini,” afferma l’avvocato. In un contesto urbano ricco di storia e bellezza, eventi come questo minano gravemente la fiducia della cittadinanza nelle istituzioni e pongono interrogativi sulla gestione della sicurezza nei luoghi pubblici.
La reiterata incapacità del Comune di affrontare questi eventi con la dovuta serietà non fa che aumentare l’indignazione di chi vive e visita la città. Salvatore Giordano rimane un nome che rappresenta non solo una vita interrotta, ma anche un lungo elenco di promesse non mantenute, di interventi mancati e, infine, di una giustizia che stenta a farsi vedere. La città di Napoli merita di più e, soprattutto, i cittadini meritano di poter passeggiare in sicurezza, lontano da ogni pericolo.