La trasformazione del turismo a Napoli: il racconto di Angelo Mazzone

Angelo Mazzone, originario di Bari e fondatore di Milano Segreta, offre una visione critica del turismo a Napoli, una città sempre più definita da un afflusso di visitatori in cerca di esperienze superficiali anziché autentiche. Oggi, Mazzone analizza il fenomeno turistico che caratterizza diverse aree della città, esprimendo preoccupazione per il degrado culturale e sociale che questa situazione comporta.

La natura del turismo a Napoli

Il turismo a Napoli è oggi percepito come un fattore di insensatezza, secondo Mazzone. Durante un soggiorno di sei giorni in città, ha osservato un aumento della superficialità nel modo in cui i turisti si approcciano all’autenticità partenopea. La sua descrizione del trend attuale è chiara: un turismo che si concentra su caricature folkloristiche piuttosto che sulle vere bellezze storiche e culturali della città.

Mazzone sottolinea che il centro antico, un tempo cuore pulsante della vita napoletana, sta subendo un’alterazione profonda. Gli abitanti vengono gradualmente sostituiti da visitatori in cerca di esperienze facili e stravaganze da immortalare. In questo scenario, eventi pittoreschi come musicisti di strada e venditori di limonate diventano l’attrazione principale, mentre i napoletani sono relegati a comparse nel loro stesso palcoscenico.

La rappresentazione della città come un “parco giochi” turistico riduce la complessità della cultura napoletana a frasi fatte e stereotipi, privando la comunità locale della possibilità di esprimere la propria identità e il proprio patrimonio.

Presenza turistica e valorizzazione dei luoghi

Mazzone critica la superficialità del turismo che si concentra su pochi luoghi emblematici, come il Cristo Velato o la famosa pizzeria Sorbillo. Secondo il fondatore di Milano Segreta, la bellezza autentica di Napoli non risiede solo nei luoghi più fotografati, ma si estende a una gamma più ampia di esperienze e siti.

A testimonianza di questa percezione, la Farmacia degli Incurabili – un importante sito storico e culturale – non è adeguatamente valorizzata e, durante la sua visita, Mazzone è rimasto sorpreso dalla scarsa affluenza. Questa carenza di interesse per luoghi ricchi di storia evidenzia una tendenza preoccupante: l’incapacità dei turisti di cercare e apprezzare ciò che realmente definisce Napoli.

Inoltre, l’attrazione dei murales, in particolare quello dedicato a Diego Armando Maradona, mette in luce un curioso incremento di visitatori che spesso supera quello di attrazioni ben più storiche e significative, come gli Scavi di Pompei e la Galleria degli Uffizi. Questa tendenza al turismo di massa in punti specifici accentua la fuga verso il banale, escludendo al contempo la vera essenza della città.

I rischi della “foodificazione” del turismo

Mazzone denuncia anche ciò che definisce la “foodificazione” del turismo, un fenomeno evidenziato dall’ossessione per cibi tipici a discapito di un interesse reale per l’arte e la cultura. La varietà di prodotti gastronomici, pur apprezzabile, si trasforma in un’attrazione che sovrasta il patrimonio culturale napoletano. La presenza di numerosi ristoranti e friggitorie lungo le vie turistiche camuffa i monumenti e le bellezze storico-culturali, rendendo Napoli un’atmosfera saturata di cibo piuttosto che di arte.

Questo tipo di turismo, che si manifesta in altre città italiane come Lecce e Roma, pone interrogativi rilevanti sul futuro della cultura in Italia. Mazzone avanza la teoria che altre città, come Milano, possano ancora essere salvate da questo trend, soprattutto grazie a una tradizione gastronomica che non privilegia in modo eccessivo lo street food.

Un futuro incerto per la cultura italiana

Le osservazioni di Mazzone si concentrano su un problema più ampio che attanaglia molte città italiane: il rischio di una progressiva perdita di identità culturale. L’assenza di regole nei locali di ristorazione e la proliferazione di attività dedicate esclusivamente al turismo massificato contribuiscono a un ambiente sempre più distante dalla sua autenticità.

Il fondatore di Milano Segreta chiude richiamando l’attenzione sulla necessità di riconsiderare il modo in cui il turismo viene concepito e gestito, evidenziando quanto sia fondamentale preservare la bellezza e la storia delle città. Si tratta di un tema delicato e urgente, che merita un’attenzione particolare per evitare che il patrimonio culturale italiano venga irrimediabilmente trascurato.

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Filippo Grimaldi