Il celebre ballo associato all’ex presidente Donald Trump ha conquistato gli sportivi americani, spopolando dalle arene di football ai ring di MMA. L’ultima esibizione della ‘Trump dance’ è stata messa in scena da Christian Pulisic, attaccante del Milan, che ha festeggiato una doppietta nella partita tra Stati Uniti e Giamaica. L’esultanza, che ha spopolato sui social media, ha scatenato discussioni sul significato dietro questo gesto, con il calciatore che ha chiarito di non avere intenti politici. Scopriamo come questa danza ha fatto breccia nel cuore del mondo sportivo.
Durante il match di qualificazione ai Mondiali, Christian Pulisic ha segnato un gol al 13′ e ha dato il via a un’esultanza che ha immediatamente catturato l’attenzione del pubblico e dei media. I movimenti che hanno caratterizzato il suo balletto ricordano quelli di Donald Trump durante i suoi comizi, mentre la celebre canzone “Y.M.C.A.” dei Village People risuonava sullo sfondo. Pulisic ha chiarito che il ballo non era da considerarsi un’affermazione politica, bensì un momento di divertimento, ispirato da una moda che ha preso piede anche nei campi da football.
Nella conferenza stampa post-partita, il giocatore ha spiegato come l’idea della ‘Trump dance’ sia nata dall’osservazione di altri atleti che l’hanno già eseguita, esprimendo il suo desiderio di utilizzare un gesto che sta diventando un simbolo di unità e leggerezza nel mondo dello sport: “Ho visto tutti farlo ieri nella NFL, ho visto Jon Jones farlo, e ci stavamo semplicemente divertendo un po’.” La viralità del suo gesto ha contribuito a portare l’attenzione su questa tendenza, generando un dibattito online e aumentando il coinvolgimento dei fan.
Il fenomeno della ‘Trump dance’ non si è fermato a Pulisic. Infatti, molti atleti di varie discipline l’hanno adottata come forma di celebrazione. Il primo a farne un utilizzo pubblico significativo fu Nick Bosa, un giocatore della NFL dei San Francisco 49ers, che la ripropose dopo un placcaggio nel novembre 2020, nei giorni seguenti alla rielezione di Trump. Descrivendo l’esperienza, Bosa ha raccontato che i compagni di squadra lo hanno incoraggiato a esibirsi, portando così il gesto a un nuovo livello di notorietà. Questo tipo di celebrazioni sono, in parte, manifestazioni del clima politico che permea la cultura sportiva americana.
A rafforzare la tendenza, anche Jon Jones, il noto fighter di MMA, ha utilizzato la ‘Trump dance’ per festeggiare la sua vittoria per il titolo dei pesi massimi, davanti a Trump stesso, presente in prima fila all’evento. L’incontro ha cementato ulteriormente il legame tra sport e politica, evidenziando come alcuni atleti non esitano a esprimere il proprio sostegno politico attraverso le celebrazioni di successo.
La ‘Trump dance’ ha segnato un cambiamento nei confini tra sport e politica, segnalando una crescente accettazione di espressioni politiche all’interno degli eventi sportivi americani. Tradizionalmente, gli atleti venivano scoraggiati dall’esprimere opinioni politiche, ma l’atteggiamento sembra ora in evoluzione. Eventi recenti, in cui diversi sportivi celebrano le proprie convinzioni attraverso balli e simili, mostrano un crescente desiderio di mescolare gli sport con il discorso politico.
Inoltre, il contagioso successo della ‘Trump dance’ è evidente anche in altre discipline, dove amici e atleti continuano a reinterpretarla durante le celebrazioni. Un esempio è Charley Hull, un golfista britannico, che ha recentemente eseguito la danza sul greens del Pelican Golf Club, testimoniando come l’influenza del ballo raggiunga anche i circuiti del golf, un sport che storicamente ha mantenuto le distanze dalla retorica politica.
In un contesto sportivo in rapida evoluzione, la danza ha ispirato nuovi modi per esprimere e celebrare le convinzioni personali, suggerendo un possibile futuro in cui la linea tra sport e politica potrebbe essere ulteriormente sfumata.