Il 22 luglio 1950 segna una data memorabile per Montesano sulla Marcellana, un paesino che ha avuto l’onore di ospitare Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio dell’epoca. Il suo passaggio, sebbene rapido, ha lasciato un’impressione duratura tra i cittadini, testimoni di un’epoca di grandi trasformazioni in Italia. Questa visita è avvenuta nell’ambito di un viaggio più ampio, assieme ad Emilio Colombo, sottosegretario all’agricoltura, e rappresenta un momento cruciale per la storia locale e nazionale.
Il giorno della visita, l’atmosfera era carica di emozione. Esattamente alle otto del mattino, De Gasperi scese dal treno nella stazione di Montesano, accolto da una folla di cittadini entusiasti. La ferrovia Sicignano-Lagonegro era vitale per la comunicazione tra i diversi territori, sottolineando l’importanza di collegamenti efficienti per lo sviluppo regionale. La visita era programmata, ma il presidente decise di fermarsi brevemente nella piazza del municipio, nonostante gli impegni già stabiliti. La comunità, perciò, vide in questo gesto una riconferma della sua esistenza e delle sue aspettative.
Strinse la mano a numerosi funzionari comunali e s’informò riguardo le condizioni socioeconomiche del paese. Era un periodo storico delicato, costellato da sfide legate alla ricostruzione post-bellica. Durante questo periodo, il governo di De Gasperi si adoperava per potenziare l’economia del meridione, attraverso un programma di investimenti destinato a colmare il divario con il resto dell’Italia. La Cassa per il Mezzogiorno, istituita per finanziare opere straordinarie, si preparava a garantire risorse cruciali per lo sviluppo delle aree meno privilegiate.
Nel corso della visita, il sindaco di Montesano, Matteo Miglietti, presentò una lettera ricca di significato. Questo scritto, custodito con cura negli archivi del comune, esprimeva chiaramente le necessità del territorio. “Noi, Eccellenza, abbiamo bisogno di tutto,” scriveva il sindaco, ponendo l’attenzione su temi cruciali come la questione idrica e la ricerca di una soluzione per migliorare le condizioni di vita. La lettera simboleggiava la determinazione della comunità e l’appello alla politica affinché non rimanesse indifferente a una situazione tanto difficile.
Il dialogo con De Gasperi non fu solo formale. Il presidente prestò ascolto al sindaco e si mostrò attento a comprendere le problematiche dal punto di vista locale. Un gesto che, sebbene temporaneo, lasciò un’importante impronta nei cuori dei cittadini. Il suo breve passaggio dimostrò come anche un incontro fugace potesse significare molto per una popolazione in cerca di risposte.
Dopo questo incontro significativo, De Gasperi continuò il suo tragitto verso Tramutola, una località che, all’epoca, era in fermento a causa della presenza di giacimenti di idrocarburi. Tuttavia, l’accoglienza fu agrodolce: contadini locali esponevano cartelli con la scritta “Tramutola non è in Val Padana”, denunciando una mancanza di attenzione da parte del governo. Questo episodio sottolineava le tensioni tra le promesse fatte nelle elezioni e le reali condizioni di vita nei piccoli centri.
La visita di De Gasperi in Basilicata si concluse il giorno seguente, quando si recò a Matera, ma il ricordo di quell’incontro a Montesano rimase vivo nella memoria collettiva. La testimonianza di una comunità che, anche di fronte a sfide sistemiche, dimostrava di voler lottare per migliorare il proprio futuro, rifletteva un’epoca in cui la politica e i territori cercavano di costruire un ponte verso nuove possibilità e un’effettiva integrazione sociale ed economica.