Andy Van der Meyde, ex centrocampista olandese noto per le sue avventure calcistiche e personali sopra le righe, ha recentemente rivelato dettagli intimi della sua vita in un’intervista con Prime Video. Pur godendo di momenti di alta visibilità nel suo percorso, il calciatore ha anche affrontato una profonda crise personale che ha avuto ripercussioni significative sulla sua carriera, specialmente durante il suo periodo all’Everton in Premier League.
La transizione dall’Italia all’Inghilterra: inizio di una crisi
Dopo un’esperienza poco fruttuosa con l’Inter, Van der Meyde si è trasferito in Inghilterra, un approdo che avrebbe dovuto rappresentare una nuova opportunità. Dal 2005 al 2009 ha indossato la maglia dei Toffees, dove, tuttavia, le sue ambizioni calcistiche hanno iniziato a svanire. “La mia carriera è finita quando sono andato all’Everton”, ha dichiarato il calciatore, il quale ha trascorso quei quattro anni in un equilibrio tra il potenziale e la disillusione. La sua affermazione significa che la pressione e le difficoltà accumulate andarono oltre le aspettative lavorative. Van der Meyde ha iniziato a sperimentare problemi all’interno del team e con l’allenatore, nonché con la sua vita personale, creando un cocktail esplosivo di difficoltà.
L’assenza di stabilità nella sua vita al di fuori del campo contribuì enormemente a questo declino. Le sue confessioni riguardano anche una serie di comportamenti autodistruttivi che segnarono la fine dei suoi giorni di gloria. La transizione dall’Italia all’Inghilterra rappresentò un punto di rottura, dove oltre ai problemi professionali, quelli personali si manifestarono in tutta la loro gravità.
L’oscura spirale: abusi e trasgressioni personali
La vita personale di Van der Meyde ha subito un radicale cambiamento durante il suo soggiorno all’Everton. La sua ammissione di tradire la moglie e di abbandonare i figli per una nuova relazione segna un profondo contrasto con l’immagine del calciatore di successo. Ne emerge un racconto di conflitto interiore, in cui il calcio, che un tempo era una passione, è divenuto un mero sfondo al suo dramma personale.
“Nella mia vita sono successe un sacco di stronzate”, racconta, rimarcando i suoi eccessi nell’uso di alcolici e successivamente di droghe. Il calciatore ha vissuto serate di eccesso alcolico che hanno progressivamente portato al consumo di cocaina, un abuso che ha cambiato radicalmente la sua identità. Questa fase di autodistruzione ha nettamente influenzato la sua prestazione sportiva, portando a conflitti con l’allenatore e distrazioni nei momenti più critici del gioco.
In un momento di particolare vulnerabilità, la salute della sua figlia messa in ospedale amplificò il suo stato di crisi. La consapevolezza di non essere in grado di sostenere la sua famiglia e di svalutare le sue responsabilità di padre e marito ha rappresentato un punto di non ritorno. L’aperitivo che rischiava di logorare il suo essere lo ha portato a rendersi conto della necessità di un cambiamento radicale.
Un appello alla salvezza: il riconoscimento e il cambio di rotta
Riconoscendo i suoi profondi problemi, Van der Meyde ha iniziato a cercare aiuto. “Ho chiamato il mio agente e gli ho detto che dovevo andare via, altrimenti sarei morto”, sono le parole che racchiudono l’urgenza del suo stato. Questa semplice chiamata ha segnato il primo passo verso una eventuale disintossicazione, evidenziando la consapevolezza di trovarsi in una situazione che richiedeva un immediato cambiamento. La sua dichiarazione rappresenta non solo la conclusione della sua carriera calcistica in un certo senso, ma l’ammissione di una battaglia da combattere su un campo ben più difficile, quello della vita reale.
Il calciatore ha ammesso che l’abbandono delle dipendenze e la volontà di ricostruire la sua vita porteranno tempo e dedizione. La sua storia mette in luce non solo la fragilità degli sportivi sotto pressione, ma l’importanza di affrontare i propri demoni per risalire a una vita dal significato rinnovato. Con il supporto giusto e la decisività di voler cambiare, ogni passo verso la redenzione diventa fondamentale e ogni giorno rappresenta una piccola vittoria nel difficile percorso di recupero.