L’addio lampo di Alisher Usmanov alla Federazione internazionale di scherma dopo le polemiche ucraine

Alisher Usmanov, oligarca russo-uzbeko, è stato appena eletto alla presidenza della Federazione internazionale di scherma , ma la sua permanenza è già giunta alla fine in seguito alle proteste provenienti dalla Federazione di scherma ucraina. Questo episodio mette in luce le difficoltà delle organizzazioni sportive in un contesto geopolitico teso, e le sfide che gli atleti e i dirigenti devono affrontare in queste circostanze. L’auto-sospensione di Usmanov riflette le ripercussioni delle sanzioni occidentali e il delicato equilibrio tra sport e politica.

La breve ascensione di Alisher Usmanov alla FIE

Alisher Usmanov, 71 anni, ha assunto la presidenza della FIE con una grande maggioranza. Il suo mandato, però, è durato solo pochi giorni. Nato in Uzbekistan, Usmanov è stato coinvolto in vari settori economici e ha accumulato una considerevole fortuna. Tuttavia, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, Usmanov, come molti altri oligarchi, è stato colpito da sanzioni internazionali.

Le recenti elezioni si sono svolte a Tashkent, dove Usmanov ha ottenuto ben 120 voti contro i 26 voti del suo avversario, l’ex olimpionico svedese Otto Drakenberg. La sua elezione era vista come una mossa strategica per rilanciare e unificare la FIE in un periodo di crisi. Ma la sua storia personale e le controversie politiche lo hanno costretto a prendere una decisione drastica. La reazione immediata delle federazioni ucraine, accompagnata dalle dichiarazioni della pluricampionessa olimpica Olga Kharlan, ha spinto Usmanov a prestare attenzione alle preoccupazioni espresse.

Le proteste ucraine e l’atto di autosospensione

Le proteste della Federazione di scherma ucraina sono state chiare e forti dopo l’elezione di Usmanov. Le voci discordanti, a partire da quelle di figure di spicco come Olga Kharlan, hanno sollevato interrogativi sulla legalità delle sanzioni imposte all’oligarca e sulla possibilità che queste potessero influenzare le attività della FIE. Usmanov, preoccupato per la reputazione e l’integrità della Federazione, ha deciso di autosospendersi. In una dichiarazione, ha chiarito di agire per difendere la FIE dalle restrizioni che lo avevano colpito.

Questa autosospensione avviene in un contesto dove lo sport contemporaneo continua a intersecarsi con le dinamiche geostrategiche. La decisione di Usmanov, sebbene sia sembrata una scelta saggia di fronte alle pressioni interne, evidenzia una frattura profonda all’interno della comunità sportiva internazionale. Le tensioni non sono solo politiche, ma anche umane, poiché gli atleti ucraini si trovano a dover fare i conti con una guerra che ha impattato non solo le loro vite, ma anche il loro sport.

L’attuale direzione della federazione dopo Usmanov

Dopo l’auto-sospensione di Usmanov, la guida della FIE è tornata a Emmanuel Katskiadakis, che aveva ricoperto il ruolo di presidente ad interim dal 2022 al 2024. Questa situazione rappresenta un ritorno temporaneo a una fase di stabilità, permettendo alla federazione di lavorare senza la nube delle controversie legate all’oligarca. Katskiadakis, già in carica durante le tensioni pre-esistenti, sta ora affrontando la compito di ristabilire una direzione chiara per la federazione.

L’era di Usmanov alla FIE ha inizio nel 2008, e da allora ha dovuto affrontare innumerevoli sfide. Tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina ha segnato un punto di non ritorno. Con l’esplosione della crisi, molti dirigenti sportivi si sono trovati nella posizione di dover prendere decisioni che vanno oltre lo sport. La fiamma delle polemiche e delle divisioni politiche è destinata a persistere finché i conflitti geopolitici rimarranno irrisolti, influenzando ogni aspetto della vita sportiva internazionale.

L’uscita di scena di Usmanov, purtroppo, non rappresenta la fine delle complicazioni all’interno del mondo dello sport, che dovrà continuare a confrontarsi con gli effetti di un panorama geopolitico in continua evoluzione. A fronte di questa situazione, resta da vedere come reagiranno le federazioni e gli atleti, e quale direzione prenderà la FIE nei prossimi mesi.

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Filippo Grimaldi