L’Associazione Italiana Arbitri sta affrontando importanti cambiamenti nel suo approccio alla direzione delle partite e alle tecnologie utilizzate. Recentemente, il numero uno dell’AIA ha chiarito che l’inclusione di ex calciatori nella sala Var non è prevista. La questione suscita interesse poiché tocca temi di specializzazione e la qualità delle decisioni in campo, mentre l’organizzazione si prepara ad affrontare le sfide future del calcio italiano.
Esclusione degli ex calciatori in sala Var
In un’intervista, il presidente dell’AIA ha sottolineato che l’idea di far entrare ex calciatori nella sala Var come consulenti tecnici è vista come un’opzione, ma non sia prevista una loro inclusione diretta all’interno della sala stessa. “Tutti gli addetti ai lavori sono utili,” ha affermato, “ma includerli direttamente sarebbe eccessivo.” Questa posizione evidenzia la volontà dell’AIA di mantenere una netta distinzione tra i ruoli di arbitri di campo e quelli impegnati nel sistema Var. La scelta di separare queste carriere indica chiaramente un intento di specializzazione: i compiti e le competenze richieste per ciascun ruolo sono, secondo il presidente, essenzialmente diversi.
L’utilizzo del Var ha introdotto cambiamenti significativi nel modo in cui vengono gestite le partite, permettendo una maggiore accuratezza nelle decisioni arbitrali. Tuttavia, la questione di chi debba operare all’interno di questo sistema è complessa. Il presidente ha messo in risalto la necessità di una formazione specifica per gli arbitri Var, che richiedono competenze e conoscenze distinte rispetto agli arbitri che dirigono le partite dal vivo.
Il futuro dell’arbitraggio: Rocchi e Orsato
Il presidente dell’AIA ha poi parlato dei vertici della classe arbitrale, in particolare sottolineando l’importanza del lavoro di Gianluca Rocchi e del ruolo di Paolo Orsato. “La qualità di Rocchi non ha bisogno di essere messa in discussione,” ha dichiarato, chiarendo che Rocchi ha un contratto biennale e continuerà nel suo operato. Rocchi è visto come una figura centrale, capace di guidare gli arbitri in un periodo di transizione, ponendo attenzione anche sulla necessità di un ricambio generazionale.
Dall’altra parte, è impossibile ignorare la carriera di Orsato, un arbitro di spicco, la cui esperienza è apprezzata all’interno dell’AIA. Il presidente ha accennato a discussioni future riguardanti il coinvolgimento di Orsato nelle decisioni arbitrali, confermando che il noto fischietto ha già manifestato la sua disponibilità a contribuire ulteriormente all’AIA. La pianificazione di incontri futuri dimostra l’intento dell’associazione di integrare l’esperienza e la saggezza di arbitri consolidati come Orsato in un contesto che richiede costante aggiornamento e capacità di adattamento.
Queste dichiarazioni rivelano come l’AIA sia concentrata nella costruzione di un sistema di arbitraggio più resiliente, ponendo gran parte delle proprie speranze non solo sulla tecnologia, ma anche su arbitri esperti e sulla formazione dei nuovi talenti. Il cammino del calcio italiano si presenta dunque come un percorso di crescita, tanto per i giocatori quanto per gli arbitri, con l’obiettivo di elevare sempre più gli standard di qualità e giustizia in campo.