La serie “L’amica geniale”, basata sull’omonima tetralogia di Elena Ferrante, ha finalmente raggiunto il suo epilogo con la messa in onda dell’ultimo episodio su Rai1 ieri, lunedì 9 dicembre. Questo atto conclusivo ha offerto uno sguardo profondo sui temi dell’amicizia, della perdita e della complessità dei legami umani, lasciando i fan con una serie di domande e spunti di riflessione. Con un finale emotivamente carico e pieno di colpi di scena, la serie riporta in primo piano le due protagoniste, LILA e LENÙ, e il loro rapporto indissolubile.
La trama intensa e il finale disorientante
“Storia della bambina perduta” è il titolo che conclude la narrazione de “L’amica geniale”, e il suo contenuto è particolarmente denso di eventi drammatici. In questo ultimo capitolo, la scomparsa della figlia di Lila, Tina, segna un punto di non ritorno per la protagonista. Il trauma e la sofferenza che ne derivano la portano a una scelta drastica: lasciare il suo amato rione e la vita che conosce. Questo abbandono non rappresenta solo una fuga fisica, ma anche un distacco emotivo e simbolico dal suo passato e dalla sua amica LENÙ.
Molti spettatori hanno trovato nel finale ironicamente dolceamaro un simbolo della condizione umana: l’inevitabile perdita e il tentativo di rimanere legati a ciò che amiamo. Come una sorta di ultime volontà , il gesto di Lila di inviare a LENÙ due bambole, Tina e Nù, diventa un atto carico di significato. Queste bambole, abbandonate durante l’infanzia nel rione, si trasformano in un simbolo potente e nostalgico della loro amicizia, evidenziando come certi legami possano rimanere indissolubili nonostante le distanze e i cambiamenti.
I misteri che avvolgono la scomparsa di Tina
La scomparsa di Tina è uno degli elementi centrali della narrazione, e la sua ricerca diventa una vera e propria ossessione per Lila. Nonostante le sue indagini, il destino della bambina rimane avvolto nel mistero. Lila, tormentata dai ricordi e dai sensi di colpa, giunge a credere che la scomparsa di Tina sia una sorta di vendetta nei suoi confronti, alimentata dall’intensa sofferenza materna.
I fratelli SOLARA, personaggi già noti per il loro comportamento ambiguo e pericoloso nel rione, vengono inizialmente sospettati di essere coinvolti nel rapimento di Tina. Tuttavia, la loro successiva uccisione, avvenuta in circostanze misteriose, alimenta ulteriormente il clima di tensione e l’ineffabilità del crimine. Gli eventi si susseguono senza che venga mai svelato il vero colpevole, lasciando così lo spettatore in uno stato di incertezza e inquietudine.
Risultando in un climax che non trova risposte, l’episodio finale lascia aperte domande cruciali sulla giustizia e sulle conseguenze delle azioni umane. I temi della giustizia privata e della vendetta si intrecciano in una trama che si propone di essere uno specchio della vita stessa, con tutte le sue complessità e sfide.
Un’amicizia che supera il tempo e lo spazio
Il legame tra Lila e LENÙ è il cuore pulsante dell’intera serie; un’amicizia che, nonostante le avversità e le distanze, riesce a persistere nel tempo. Anche dopo la separazione fisica, il gesto simbolico di Lila nei confronti di LENÙ testimonia l’eterna connessione tra le due donne. Pur essendo destinate a non incontrarsi più, il ricordo condiviso della loro infanzia e le esperienze vissute insieme continueranno a vivere nell’essenza di entrambi.
Quest’ultima stagione ha saputo esplorare come le esperienze del passato influenzino le scelte del presente e come l’amore e l’amicizia possano fungere da ancore in un mondo in continuo cambiamento. Sullo sfondo di Napoli e del rione, non solo si racconta una storia, ma si crea un’eco di esperienze universali che coinvolgono ognuno di noi.
La conclusione de “L’amica geniale” non segna solo la fine di una serie ambiziosa, ma offre anche un’apertura a ulteriori riflessioni sulla natura delle relazioni umane. Con questo finale potente, la serie assicura che il legame tra LILA e LENÙ rimarrà impresso nella memoria di tutti coloro che hanno seguito le loro avventure.