Marco Manzo: un’artista poliedrico che ha fatto del tatto la sua arte. Da tatuatore a scultore, le sue opere sbarcano al Metropolitan Museum of Art di New York, un traguardo che celebra la sua carriera eclettica e innovativa.
Immersione nell’universo artistico di Marco Manzo, un talento che ha saputo spaziare tra diverse forme espressive. Partendo dal mondo dei tatuaggi, Manzo si è distinto per uno stile “ornamentale” che ha trasformato il corpo femminile in una tela vivente, ricca di suggestioni provenienti dalle tradizioni tessili e architettoniche più varie. Un percorso creativo che lo ha portato a essere riconosciuto come uno dei pionieri nel considerare il tatuaggio non solo come decorazione, ma come autentica espressione artistica.
La presenza di Marco Manzo al *Metropolitan Museum of Art è stata scandita da un evento speciale: la presentazione dell’opera “Asia Argento a Colori”, un tributo alla celebre regista ed attrice italiana. Questa installazione, composta da ben 66 opere, rappresenta un’inedita fusione tra il corpo umano e le strutture architettoniche, dove radiografie e tatuaggi si sovrappongono in una sorta di mappatura genetica immaginifica. Le ossa e i tatuaggi si fondono, creando una sinergia unica che evoca un’inedita bellezza.*
Marco Manzo non ha solo rivoluzionato il mondo dei tatuaggi, ma ha anche lasciato un’impronta significativa nel campo della scultura. Le sue opere in marmo, ceramica e bronzo raccontano una storia che va oltre lo stile personale dell’artista, abbracciando in sé tutto il fermento e la complessità dell’arte contemporanea. Con la sua visione creativa e la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, Manzo si è guadagnato un posto di rilievo nelle grandi mostre e nei musei di tutto il mondo, portando il tatuaggio a essere considerato non solo come una forma di decoro, ma come un linguaggio artistico universale.