L’Expo 2025 di Osaka si avvicina, e l’Italia ha scelto di rappresentare il suo ricco patrimonio culturale con un capolavoro unico: l’Atlante Farnese. Esposto presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, questo straordinario pezzo d’arte si distingue non solo per la sua bellezza ma anche per il forte impatto che ha avuto negli studi astronomici e scientifici. Scopriamo insieme la storia e il significato di questa opera d’arte che illustra l’intersezione tra cultura, scienza e miti.
un’opera d’arte senza pari
la figura di Atlante e il simbolo cosmico
Databile al II secolo d.C., l’Atlante Farnese è un esempio senza eguali del periodo Antonino, precisamente intorno al 150 d.C. L’opera ritrae la maestosa figura di Atlante, un personaggio della mitologia greca noto per la sua forza e la sua responsabilità di sorreggere il cielo. La scultura evidenzia un Atlante muscoloso, avvolto in un lungo manto, le ginocchia piegate e il corpo leggermente ricurvo mentre sostiene il globo celeste tra le mani. Questa rappresentazione simbolica non è casuale: il globo, finemente cesellato, incarna l’universo e riflette le conoscenze cosmologiche del tempo, con dettagli che illustrano costellazioni, segni zodiacali e le quattro direzioni cardinali.
l’impatto sulla scienza e la cultura
Durante i secoli, l’Atlante Farnese ha giocato un ruolo cruciale negli sviluppi astronomici. Grazie alla sua accuratezza, è stato un punto di riferimento per scienziati e studiosi, influenzando anche la creazione dei primi globi celesti nei Paesi Bassi nel Cinquecento. Scritto sulla superficie del globo, con un rilievo di 6 mm, si possono osservare cerchi meridiani, l’equatore, l’eclittica e altre rappresentazioni che univano arte e scienza, offrendo una visione del mondo conforme alle teorie di Tolomeo.
un tesoro storico per l’italia
la collezione Farnese e l’arrivo a Napoli
Acquisito da Alessandro Farnese nel 1562, l’Atlante Farnese ha fatto parte della prestigiosa collezione Farnese a Roma. La sua storia è intrisa di restauri e riconoscimenti: tra il 1550 e il 1560, venne sistemato a Palazzo Farnese, in una sala dedicata. La scultura rimase a Roma fino al 1786, quando sotto il dominio borbonico, il pezzo giunse a Napoli, dove è rimasto esposto nel Museo Archeologico Nazionale.
conservazione e valorizzazione
La presenza dell’Atlante Farnese nella cornice museale napoletana rappresenta non solo un atto di valorizzazione del patrimonio culturale italiano, ma è anche un esempio di come la storia possa diventare veicolo di conoscenza e progresso. Nonostante il passare dei secoli, l’opera continua a educare e affascinare visitatori e studiosi provenienti da tutto il mondo, mantenendo vivo il dialogo tra arte e scienza.
l’atlante come metafora di connessione culturale
un simbolo per l’italia all’expo 2025
Nel contesto dell’Expo 2025 di Osaka, l’Atlante Farnese avrà un ruolo di primo piano nel Padiglione Italia, un piano espositivo concepito per mostrare l’innovazione e le eccellenze italiane. L’opera diventa così una metafora del legame ideale tra Oriente e Occidente, rappresentando la saggezza antica mentre metterà in luce le più avanzate tecnologie italiane in settori quali lo spazio, il mare e il benessere sociale.
un percorso espositivo all’insegna dell’interculturalitÃ
Il successo del padiglione si basa sulla narrazione di un futuro che trae forza dal pensiero filosofico e dalla tradizione umanistica della cultura greco-romana. L’esperienza espositiva non sarà solo una celebrazione del patrimonio italiano, ma un invito a riflettere sull’importanza del dialogo interculturale, patrimonio del Mediterraneo e della sua storia condivisa. Attraverso questo percorso, i visitatori saranno acquisiti dall’idea che la cultura è un ponte che unisce popoli e nazioni.