Lo spettacolo di Laura Morante al Teatro Mercadante di Napoli promette di essere un evento imperdibile per gli amanti del teatro. L’attrice, nota per le sue collaborazioni con registi del calibro di Bertolucci e Moretti, si cimenta con l’iconico personaggio di Medea, tratto dall’opera di Euripide. La rappresentazione avrà luogo sabato alle 19, rivelando al pubblico napoletano le sfumature di un personaggio complesso che continua a suscitare dibattito e riflessione.
La scelta di affrontare il testo di Medea non è casuale; Laura Morante deve la sua ispirazione alla produttrice Elena Marazzita, con la quale ha condiviso precedenti esperienze artistiche. In un progetto passato, intitolato “Notte di sfolgorante tenebra”, l’attrice ha esplorato figure femminili tratte dalle tragedie greche, come Clitemnestra, Elettra ed Elena, fondendo le opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide. Per questo nuovo adattamento, Morante ha deciso di concentrarsi su una sola figura, permettendole di approfondire la complessità di Medea. L’attrice ha dichiarato di aver voluto trarre un monologo che possa esprimere la molteplicità dell’eroina greca, rimarcando come il suo contributo creativo fosse vintage e più articolato nell’opera passata, data la presenza di più autori.
La messinscena, diretta da Daniele Costantini, non si limita all’aspetto recitativo, ma si avvale anche di un accompagnamento musicale al violino di Davide Alogna e pianoforte di Giuseppe Gullotta, che arricchiscono l’atmosfera emotiva dello spettacolo.
L’analisi del personaggio di Medea si fa ancora più interessante quando si pone la questione della sua attualità. Toccando il tema dell’orrore e della violenza, Morante evidenzia come la società contemporanea rifletta, in parte, le dinamiche della tragedia greca. Negli ultimi anni, infatti, l’argomento delle violenze subite, in particolare nei confronti dei minori, è diventato estremamente diffuso nei dibattiti di cronaca e cultura.
L’archetipo di Medea è caratterizzato da una serie di conflitti interiori e azioni estreme. Tradita dall’uomo per cui ha rinunciato a tutto, Medea si trova ad affrontare l’impossibile scelta di vendicarsi. La questione morale sollevata dalla sua decisione di uccidere i propri figli è centrale ed invita lo spettatore a riflettere sulle dimensioni della colpa, dell’amore e della ideologia del sacrificio nei rapporti umani. Morante chiarisce che l’eroina non è semplicemente un personaggio malvagio, ma un individuo straordinariamente complesso, le cui azioni possono essere comprese attraverso le lenti della sofferenza e della disperazione.
Nel contesto teatrale, l’adattamento di Medea da parte di Laura Morante assume la forma di una ri-autorale. L’attrice racconta come, in questo spettacolo, non sia riduttivo considerarla solo come l’interprete. La responsabilità narrativa e interpretativa si somma alla difficoltà di trasporre un’opera autentica nel contemporaneo, eliminando le sovrastrutture di autori diversi e risolvere la sfida di far risuonare le parole di Euripide in un contesto moderno.
A differenza dei personaggi del teatro naturalistico, giunto dopo l’Ottocento, le figure tragiche dell’antichità non possono essere circoscritte da psicologie o sociologie moderne. Queste eroine, come Medea, sono impregnate di significati e simbolismi che vanno oltre la mera rappresentazione della vita umana odierna. In Medea, l’essenza dell’arte è sottolineata come una dimensione ritualistica e spirituale, che trascende la mera narrazione.
Con questa nuova interpretazione, Laura Morante ambisce a restituire al pubblico un’esperienza vibrante e profonda, delineando il personaggio di Medea in tutte le sue sfaccettature e complessità.