Il dramma dei licenziamenti si fa sentire a Pozzuoli, dove i lavoratori di Metro Italia scendono in sciopero contro la chiusura del loro punto vendita. Il segretario provinciale di Sinitra Italiana, Stefano Ioffredo, ha annunciato un’importante azione di solidarietà con i dipendenti di Trasnova, promettendo sostegno e unione tra chi, come loro, si trova a fronteggiare un futuro incerto e minaccioso.
La mobilitazione dei lavoratori
I dipendenti di Metro Italia hanno mostrato la loro determinazione oggi, scioperando in segno di protesta contro la chiusura del negozio di Pozzuoli e il nuovo piano industriale presentato dall’azienda. Questa mobilitazione ha un significato profondo, poiché rappresenta non solo una reazione alla decisione aziendale, ma anche un atto di solidarietà tra lavoratori. Ioffredo ha enfatizzato l’importanza di questo gesto collettivo: «Domani mattina, insieme ai lavoratori ed alle lavoratrici in sciopero di Metro Italia, raggiungeremo i lavoratori di Trasnova, per mostrare il nostro sostegno a chi rischia di perdere il posto di lavoro».
Il tavolo ministeriale, cui hanno partecipato le parti sociali e i rappresentanti del ministero del Lavoro, è la figura chiave in queste dinamiche. Durante l’incontro, si è discussa la decisione di chiudere il punto vendita di Pozzuoli, ma i rappresentanti del ministero hanno evidenziato le debolezze delle argomentazioni di Metro Italia. Il tavolo di confronto è stato riconvocato per il 22 gennaio, in attesa che l’azienda riveda le sue posizioni.
Le difficoltà legate al trasferimento
La possibilità di un trasferimento per i lavoratori colpiti dalle chiusure è stata accolta con grande scetticismo. Giusy, dipendente part-time, ha sottolineato la sua impossibilità di trasferirsi: «Con un sussidio di 4.000 euro lordi, non basta nemmeno per il trasloco. Ho una figlia piccola e un padre malato che ha bisogno di cure. Non posso andarmene». Le parole di Giusy riflettono una situazione condivisa da molti altri colleghi, molti dei quali si trovano a fronteggiare sfide familiari e finanziarie significative, tra mutui e figli a carico.
Le misure di sostegno economico proposte dall’azienda, secondo i rappresentanti sindacali, risultano inadeguate. Loredana Marino della Cisl ha espresso dubbi sulle misure individuate per l’incentivazione all’esodo, sottolineando che molti lavoratori sono part-time e quindi meno tutelati. La proposta di un sussidio per il trasferimento pari a 3.000 euro lordi è stata considerata insufficiente, soprattutto rispetto ai costi che un trasferimento comporterebbe.
La paura di un futuro incerto
Al di fuori del punto vendita, l’atmosfera era carica di emozione. I lavoratori hanno versato lacrime in ricordo dei colleghi a rischio, adornando un albero di Natale con i nomi e i numeri di identificazione dei 65 dipendenti destinati a perdere il lavoro nei prossimi mesi. La chiusura del negozio di Pozzuoli, insieme a quella di Rimini, si inserisce in una strategia aziendale focalizzata sul contenimento dei costi. Un aspetto cruciale è rappresentato dal canone di locazione dell’immobile, che ammonta a oltre 2 milioni di euro annui, incidendo in modo significativo sul fatturato.
Nonostante i motivi economici addotti dall’azienda, il segretario Ioffredo ha sollevato dubbi sulla trasparenza delle operazioni relative alla proprietà dell’immobile. Le interrogazioni parlamentari sono in fase di preparazione a livello nazionale per chiarire ulteriormente la questione, dimostrando come la situazione sia complessa e in continua evoluzione.
La lotta dei lavoratori di Metro Italia è ben lungi dall’essere conclusa; i segni della mobilitazione e della solidarietà rimangono vivi, mentre si attende il prossimo incontro al tavolo ministeriale e si spera in risvolti positivi per il futuro di tutti i dipendenti coinvolti.