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L’amaro ritorno dalle ferie per i lavoratori Stellantis di Pomigliano si materializza con cinque giorni di cassa integrazione, una situazione che solleva preoccupazioni tra i dipendenti. Con un giorno di CIG già assorbito lunedì e i rimanenti distribuiti sui venerdì di settembre, l’azienda si trova ad affrontare un periodo critico, a fronte di una richiesta di produzione in aumento di circa 90 vetture giornaliere.
La situazione attuale dei lavoratori Stellantis
Rientro dalle ferie e cassa integrazione
Dopo un periodo di ferie estive, i lavoratori dell’impianto Stellantis di Pomigliano d’Arco hanno dovuto affrontare una realtà complicata. L’annuncio di cinque giorni di cassa integrazione era già stato comunicato a fine luglio, creando una certa inquietudine tra i dipendenti. A partire da lunedì scorso, i lavoratori hanno già consumato il primo giorno di CIG, mentre gli altri quattro giorni verranno utilizzati nei venerdì di settembre. Questo non solo segna un ritorno al lavoro inaspettato, ma sottolinea anche un clima di incertezza che aleggia nell’impianto.
I sindacati, da tempo in allerta, avevano già lanciato un allarme sulla situazione della produzione, sottolineando che è “intollerabile” il clima di insicurezza che colpisce i lavoratori. La tensione è palpabile: la comunità operaia è chiamata a produrre più veicoli con meno giorni lavorativi, una richiesta che pone importanti interrogativi sulla sostenibilità e sul benessere dei dipendenti stessi.
Previsioni di produzione e implicazioni economiche
Aumento della produzione di vetture
Nonostante l’applicazione della cassa integrazione, la produzione nello stabilimento di Pomigliano resta invariata. Mario di Costanzo, responsabile Automotive Fiom Napoli, ha confermato che prima delle ferie venivano assemblati circa 3.000 esemplari di Panda a settimana. Anche dopo il primo giorno di CIG, il numero di veicoli prodotti rimane lo stesso, il che implica un incremento del carico di lavoro per ciascun operatore.
I sindacati mettono in evidenza che questa situazione non è sostenibile nel lungo periodo. Infatti, il carico di lavoro maggiore per gli operai, combinato con la riduzione della retribuzione per i giorni di CIG, potrebbe tradursi in circa 200 euro in meno per la busta paga dei lavoratori. Questa riduzione economica aggiunge stress e preoccupazione alla già difficile situazione lavorativa.
Reazioni sindacali e prospettive future
Preoccupazioni e richieste di cambiamento
Le sigle sindacali, nel loro comunicato a fine luglio, avevano esortato Stellantis a modificare il proprio approccio per evitare che la crisi lavorativa si aggravi ulteriormente. In attesa di comunicazioni ufficiali dall’azienda, i lavoratori si sentono sempre più vulnerabili, e la fiducia nei rispettivi interlocutori comincia a vacillare.
Le parole di Di Costanzo sottolineano un punto cruciale: la necessità di una revisione strategica delle modalità lavorative per non ricadere in una spirale negativa che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine, sia sul piano economico che su quello del morale dei dipendenti. Le aspettative sono che l’azienda possa mettersi in discussione e cercare soluzioni più stabili e durature per garantire un futuro sereno a tutti i lavoratori coinvolti.
Le prossime settimane si preannunciano decisive per il destino dei lavoratori e le dinamiche produttive dello stabilimento di Pomigliano. La comunità operaia attende misure che possano riportare serenità e sicurezza, elementi essenziali per una convivenza lavorativa sostenibile.