Lavori in corso per la pulizia e il restauro dell’acquedotto romano di Napoli: ecco i dettagli

L’acquedotto romano di Napoli, un’opera iconica che risale all’epoca imperiale, sta per subire un’importante fase di recupero. I lavori di pulizia sono ufficialmente iniziati nella zona dei Ponti Rossi e segneranno l’inizio di un progetto di restauro più ampio. Questo intervento è parte integrante del piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli, con un finanziamento totale di 1,8 milioni di euro dedicato alla salvaguardia di questo prezioso pezzo di storia.

Le fasi di lavorazione: dalla pulizia al restauro

Inizio dei lavori e ruoli istituzionali

Il 1° agosto ha segnato l’avvio delle operazioni di pulizia presso l’acquedotto augusteo, nominato così in onore dell’imperatore Augusto. La prima fase, che si concentra sulla rimozione di vegetazione e detriti, è sotto la supervisione dei consiglieri metropolitani Antonio Caiazzo, Antonio Sabino e Salvatore Flocco. Quest’ultimo ha visitato il sito con membri della Terza Municipalità di Napoli, evidenziando l’importanza di questo intervento non solo dal punto di vista storico, ma anche per la fruibilità futura del sito.

Dettagli delle operazioni di pulizia

I lavori di pulizia e la rimozione della vegetazione, che ha parzialmente ostruito l’acquedotto, sono affidati a una ditta specializzata. Si prevede che questa fase duri circa sette giorni, mentre le operazioni di rilievo e scavo si estenderanno per circa 60 giorni. Durante questo periodo, la viabilità nella zona subirà delle modifiche significative; infatti, è stato predisposto un piano per minimizzare il disagio ai residenti e ai traffici veicolari. Le operazioni di rilievo e indagine, in particolare, saranno condotte soprattutto durante la notte per evitare ingorghi.

Un po’ di storia: l’acquedotto augusteo di Napoli

Origini e costruzione dell’acquedotto

L’acquedotto, conosciuto anche come “del Serino” dal nome della sorgente principale, è stato realizzato tra il 33 e il 12 a.C. dall’architetto Marco Vipsanio Agrippa. Questo straordinario progetto mirava a risolvere le problematiche idriche della flotta stanziata a Miseno e a potenziare le risorse idriche della città di Napoli e delle aree circostanti, come Herculaneum, Pompeii e Cuma. L’opera lunga ben 140 chilometri, di cui molte sezioni sono ancora visibili, si distingue per la sua ingegneria avanzata e per la sua capacità di trasportare acqua potabile su lunghe distanze.

Il ruolo strategico dell’acquedotto nella storia di Napoli

L’acquedotto ha avuto un’importanza storica non solo per l’approvvigionamento idrico, ma anche come via d’accesso strategica. Nel VI secolo d.C., fu attraverso queste vene d’acqua che l’esercito bizantino entrò a Napoli, sorprendendo l’esercito dei Goti. Questa incursione è un esempio tangibile di come l’acquedotto abbia attraversato non solo spazi fisici ma anche epoche, rimanendo un testimone silenzioso di eventi storici significativi.

Impatto culturale e futuri del restauro

Importanza culturale e turistica

Il restauro dell’acquedotto augusteo rappresenta un’occasione non solo per recuperare un importante monumento, ma anche per valorizzare il patrimonio culturale di Napoli. La riqualificazione dell’area, unitamente alla manutenzione del sito, potrebbe favorire un incremento nel flusso turistico nella zona, attirando visitatori interessati non solo alla storia romana, ma anche alla bellezza dei paesaggi circostanti.

Prospettive future del progetto

Con il completamento di queste operazioni di pulizia e restauro, Napoli sarà in grado di riportare in vita un pezzo significativo della propria storia. La speranza è che questo intervento non solo preservi l’acquedotto per le generazioni future, ma stimoli anche un rinnovato interesse per le meraviglie storiche e architettoniche della città. I lavori proseguiranno nei prossimi mesi, approfittando della maggiore visibilità e significato di un intervento così prestigioso.

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