L’ultimo incontro di Coppa Italia ha visto il Napoli soccombere di fronte alla Lazio, con un punteggio di 3-1 che evidenzia le gravi problematiche difensive della squadra partenopea. L’analisi del match offre uno spaccato chiaro sulla necessità di apportare cambiamenti significativi, sia in campo che nella mentalità. L’edizione odierna di Repubblica si sofferma sugli eventi principali di una serata che ha deluso le aspettative dei tifosi partenopei, scoprendo così le vulnerabilità da affrontare in vista dei prossimi impegni.
La prestazione della difesa napoletana
Una delle note più dolenti della partita di ieri è stata la performance della difesa del Napoli, in particolare quella di Juan Jesus, che ha mostrato la sua fragilità di fronte agli attacchi lucidi e incisivi della Lazio. Sin dai primi minuti, la retroguardia azzurra ha sofferto. Le mischie e le incomprensioni si sono susseguite, lasciando la porta di Caprile sempre più a rischio di capitolare. La Lazio ha dimostrato di sapere approfittare di queste imprecisioni, trovando spesso spazi nella difesa del Napoli.
Juan Jesus, in particolare, è risultato tra i meno incisivi del pacchetto arretrato, con errori di posizionamento e mancanza di reattività che hanno pesato su tutto il gioco difensivo della squadra. L’attaccante laziale Lazzari ha messo in seria difficoltà la difesa, costringendo Caprile a compiere diversi interventi decisivi per evitare un passivo ancora più pesante. La fragilità difensiva si è palesata non solo per l’evidente incapacità di leggere le azioni avversarie, ma anche per la scarsa copertura sugli esterni, che ha permesso alla Lazio di attaccare con continuità.
Il contributo degli attaccanti napoletani
Passando agli attaccanti del Napoli, è chiaro che la squadra ha faticato enormemente a trovare il ritmo giusto nel corso della partita. Gli unici segnali di vita sono arrivati da Neres e Simeone, i quali, nonostante il contesto difficile, hanno tentato di creare opportunità offensive. Tuttavia, l’assenza di un gioco corale efficace ha limitato drasticamente la loro capacità di incidere.
Il mister Baroni ha provato a dare una scossa con l’inserimento di Guendouzi, ma le scelte tardive, come l’ingresso di Di Lorenzo, Politano e McTominay, non sono state sufficienti per riaccendere la speranza di recuperare il match. Quando infine è subentrato anche Lukaku, la situazione era già compromessa. Questi cambiamenti effettuati quasi a metà del secondo tempo hanno dimostrato una mancanza di lucidità nelle scelte sin dall’inizio, lasciando il Napoli intrappolato in una spirale negativa, incapace di reagire nei momenti decisivi.
L’uscita dalla Coppa Italia e le prospettive future
Il risultato finale di 3-1 segna non solo una sconfitta, ma anche l’uscita del Napoli dalla Coppa Italia, una competizione ritenuta strategica da molti, soprattutto in una stagione in cui l’obiettivo principale è tornare a competere ad alti livelli. Questa eliminazione avrà senza dubbio un impatto sulla moralità della squadra e sulla fiducia dell’ambiente napoletano, di per sé già fragile.
In vista delle prossime sfide, il club deve affrontare urgentemente le lacune evidenziate sul campo, in particolare in difesa, ma anche nella capacità di attacco. Gli allenatori e i dirigenti dovranno sfruttare questa situazione per lavorare su strategie più efficaci e su un approccio che possa garantire risultati migliori in futuro. La difesa, se non potenziata con ulteriori rinforzi e miglioramenti tattici, rischia di rimanere un elemento critico e fonte di continue preoccupazioni.