“Natale in casa Cupiello“, capolavoro di Eduardo De Filippo, è un’opera che va oltre il teatro, rivelando sfumature intime e familiari dell’autore. Questa commedia, diventata un classico, è affondata nelle radici dell’esperienza napoletana e nelle dinamiche delle relazioni familiari, toccando temi universali ancora oggi attuali. Scopriamo dieci fatti sorprendenti che gettano luce su questo noto lavoro.
La nascita dell’opera tra cinema e teatro
La commedia fu presentata per la prima volta il 25 dicembre 1931, concepita come un atto unico per riempire il tempo tra due proiezioni di film al cineteatro Kursaal. Si trattava di una necessità, più che di una scelta artistica, eppure l’abilità di Eduardo De Filippo nel catturare l’attenzione del pubblico è emersa sin da quell’esordio. La mancanza di alcune scene, come il celebre “Fa freddo” e lo “zuppone” di Tommasino, fu successivamente compensata con l’aggiunta del primo atto nel 1932 e del finale nel 1934, il quale culmina in una delle scene più iconiche della commedia, quella del caffè durante il momento del “moribondo“. De Filippo descrisse il processo creativo come “un parto trigemino”, evidenziando le difficoltà e le gioie di realizzare un’opera complessa.
Radici familiari in scena
Uno degli aspetti meno noti di “Natale in casa Cupiello” è il suo stretto legame con la biografia di Eduardo. Personaggi come Lucariello e Concetta portano i nomi dei suoi nonni paterni, testimoniando un forte legame autobiografico. La passione per il presepe, elemento centrale della commedia, trova origine nei ricordi del nonno Luca, un’ispirazione confermata anche da Peppino De Filippo. Questi dettagli non solo arricchiscono la narrativa, ma forniscono anche uno sguardo intimo sulla vita di Eduardo e sulla cultura napoletana.
Tensioni fraterne sul palcoscenico
La creazione di “Natale in casa Cupiello” ha segnato un punto di rottura tra Eduardo e suo fratello Peppino. Quest’ultimo reclamava l’assegnazione della famosa frase “no, ‘o presepio nun me piace”, benché non ottenesse mai il giusto riconoscimento. Questa frattura evidenziava le fragilità dei legami familiari, riflettendo al contempo l’ironia della condizione umana, tema ricorrente nell’opera di Eduardo, facendo apparire il palcoscenico come uno specchio delle relazioni reali.
Ostacoli iniziali e successo della commedia
Il trio De Filippo si trovò a dover affrontare l’ironica difficoltà di trovare un teatro disposto ad accoglierli dopo il distacco dalla famiglia Scarpetta. La gelosia di Vincenzo Scarpetta, il primogenito, rese le cose ancor più complicate. L’opportunità di recitare durante gli intervalli cinematografici al Kursaal sembrò una soluzione temporanea. Il contratto iniziale fu per soli nove giorni, ma il clamoroso successo della commedia portò a una prolunga fino a maggio 1932, dimostrando che il pubblico era pronto ad abbracciare questa forma artistica che mescolava cinema e teatro.
Anecdoti dal backstage
Una delle storie più affascinanti riguarda Luca De Filippo, che interpretava Tommasino-Nennillo. Durante il primo atto, costretto a rimanere a letto, spesso si addormentava, rendendo necessario il richiamo vigoroso delle mamme in scena. Questo particolare aneddoto mette in luce l’umanità e le dinamiche familiari che circondano qualsiasi produzione teatrale. La caratterizzazione di Nennillo con balbuzie e voce nasale derivava dall’ispirazione a uno dei primi Nennillo, che l’attore Pietro De Vico interpretava realmente nella vita.
Riscoperta e malanni curativi
Nel 1976, Eduardo ripropose “Natale in casa Cupiello” dopo un lungo periodo di assenza da scena a causa di dolori alle mani e alle braccia causati dall’artrosi. In un inatteso risvolto, durante le prove della commedia, tutti i dolori svanirono, un miracolo narrato con affetto dalla moglie Isabella Quarantotti. Questo episodio è emblematico del potere e dell’intensità che il teatro può esercitare sugli artisti e sul loro benessere.
Simbolismi e conflitti familiari
La scena in cui Lucariello si preoccupa della colla di pesce per il presepe rivela un simbolismo profondo. In un dialogo carico di tensione con la moglie Concetta, si percepisce l’importanza della colla come metafora dell’unità familiare, spesso messa a dura prova dai conflitti quotidiani. La frase “Tu sei la nemica della casa…” sottolinea una lotta interiore, che evidenzia il desiderio di mantenere la famiglia unita nonostante le avversità.
Riconoscimenti a livello accademico
“Natale in casa Cupiello” ha avuto un impatto significativo, rendendo famoso Eduardo De Filippo anche oltre i confini nazionali. La sua fama è stata coronata da due lauree honoris causa, la prima dall’Università di Birmingham nel 1977 e la seconda dalla Sapienza di Roma nel 1981. Eduardo, che fu anche docente di Drammaturgia presso il secondo ateneo, ha lasciato un’eredità duratura nel campo delle arti e della cultura.
L’origine di una famiglia reale
Degno di nota è il riconoscimento da parte di De Filippo che la famiglia rappresentata nella commedia fosse realmente esistita. Anche se non rivelò mai il suo nome, si ipotizza che fosse la famiglia Colucci, con cui i De Filippo trascorrevano le festività natalizie a Ischia. Questa connessione tra realtà e finzione rende la commedia di Eduardo ancor più affascinante, poiché evidenzia la capacità di narrare storie universali legate a esperienze concrete.
Influenze pirandelliane
Un’ulteriore dimensione interessante è l’ombra di Luigi Pirandello, evidente nei personaggi e nelle dinamiche familiari dipinte da Eduardo. La rappresentazione di archetipi come lo zio brontolone, la madre chioccia e il figlio problematico riflette le complicate relazioni che si manifestano durante le celebrazioni, come il Natale o la Pasqua. Per Lucariello, il presepe rappresenta un rifugio da una realtà complessa, un simbolo di unità familiare che permette di fuggire le tensioni quotidiane. Quest’anima pirandelliana è forse una delle ragioni del successo senza tempo di questa commedia.