Il rapporto Pendolaria 2025, recentemente presentato da Legambiente a Roma, evidenzia una situazione preoccupante per il trasporto ferroviario in Campania. Con 247 treni operativi e un’età media di 19,6 anni, la regione si trova ben lontana dai parametri ottimali di un servizio efficiente e moderno. Report di questo tipo non solo mettono in luce le criticità legate all’inadeguatezza delle infrastrutture, ma pongono anche interrogativi sulla capacità della regione di rispondere alle sfide della transizione ecologica.
Attualmente, i treni in Campania presentano un contrasto notevole con la media nazionale, che si attesta a 14,8 anni. Ben il 72,4% dei treni presenti in Campania ha più di 15 anni, evidenziando un’urgenza di rinnovamento. In particolare, l’anzianità della flotta dell’EAV, che include la Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst, con un’età media superiore ai 24 anni, rappresenta un problema significativo. Anche se recentemente sono stati introdotti alcuni nuovi treni, la questione del rinnovo rimane centrale, specialmente considerando che Trenitalia ha flotte con una media d’età molto più bassa di 14,6 anni.
Nonostante un budget regionale di circa 300 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni e progetti di modernizzazione, l’attenzione verso il trasporto ferroviario sembra inadeguata. Gli stanziamenti, pari a solo l’1,04% del bilancio regionale, alzano interrogativi sulla priorità reale accordata al settore. La situazione non è solo una questione di età media dei treni, ma include un sistema di trasporto che fatica a garantire servizi di base. Bagni in stazione, accessibilità per persone con disabilità e anziani, oltre a orari ben definiti, sono tra le mancanze più evidenti del servizio attuale.
Il report Pendolaria 2025 evidenzia una macchina dei trasporti in crisi, fatta di ritardi, soppressioni e stazioni chiuse. La Circumvesuviana emerge come una delle linee più problematiche, vivendo quotidianamente disagi significativi che complicano enormemente il viaggio dei pendolari. Ritardi frequenti, avarie e corse soppresse mettono a dura prova gli utenti, costretti a cercare alternative di mobilità.
La mancanza di un servizio affidabile ha modificato le abitudini degli utenti, portandoli a scegliere mezzi privati, aggravando il livello di inquinamento e congestione del traffico nelle aree urbane. Francesca Ferro di Legambiente Campania sottolinea la necessità di migliorare i servizi ferroviari e aumentare la frequenza delle corse. Attualmente, anche le linee metropolitane a Napoli risentono di questa carenza di passaggi, contribuendo al malcontento tra i pendolari.
L’evidente disparità di trattamento tra le diverse linee ferroviarie crea un ulteriore squilibrio. Un recente esempio è fornito dalla linea Sorrento, dove sono state ulteriormente incrementate le corse rispetto a quelle delle altre linee vesuviane, creando un sistema di trasporto che privilegia alcune tratte a scapito di altre. Questo tipo di gestione delle risorse non aiuta la situazione e porta a una crisi del trasporto pubblico.
Un ulteriore aspetto che il rapporto Pendolaria sottolinea è l’isolamento della città di Avellino, che non ha collegamenti ferroviari attivi verso altre località, se non per treni storici. La situazione della stazione ricostruita dopo il sisma del 1980 è desolante, rimanendo di fatto un luogo vuoto e silenzioso dove gli utenti attendono invano l’arrivo di un treno. I lavori di elettrificazione della rete, promessi e finanziati, riscontrano continui ritardi, creando frustrazione tra studenti e pendolari.
Anche i collegamenti su gomma con altre province, come Caserta e Benevento, risultano carenti e penalizzanti, non garantendo un’alternativa valida a chi si muove verso queste aree. In una recente dichiarazione, la Regione Campania ha promesso la riattivazione della stazione di Avellino entro il 2025, ma la fiducia dei residenti in questa promessa è bassa, tanto che molti vedono l’annuncio come l’ennesima illusione.
Nonostante le difficoltà esposte nel rapporto di Legambiente, il governatore Vincenzo De Luca ha recentemente parlato del collaudo di un nuovo treno destinato alla linea Napoli-Sorrento. Questo treno, prodotto dalla Stadler, rappresenta un passo verso il miglioramento della flotta. Tuttavia, i tempi di attesa per il collaudo si estendono da quattro a cinque mesi, lasciando spazio a dubbi sulle effettive tempistiche di attuazione. De Luca ha sottolineato l’impatto positivo che questo nuovo treno avrà nel migliorare il servizio, venendo incontro a una domanda sempre crescente di mobilità.
La situazione dei trasporti in Campania si trova su un crinale delicato e serve un intervento deciso per garantire un servizio che soddisfi le esigenze di mobilità dei cittadini. La programmazione di nuovi treni e il potenziamento delle reti potrebbero rappresentare la chiave per rimettere in carreggiata il settore. Tuttavia, le cicliche promesse politiche devono convergere in azioni concrete, affinché i cittadini possano riacquistare fiducia nel trasporto pubblico e contribuire così a una mobilità più sostenibile.