Leo Mantovani svela i retroscena dell’arrivo di Diego Demme al Napoli: un aneddoto esclusivo

Leonardo Mantovani, ex responsabile scouting del SSC Napoli, ha condiviso i dettagli di un episodio significativo che ha segnato l’arrivo di Diego Demme nella squadra partenopea. In un’intervista rilasciata a Radio Napoli Centrale, Mantovani ha raccontato come la ricerca di un centrocampista centrale abbia portato a scoperte inaspettate, gettando luce su dinamiche e scelte strategiche importanti per il club.

La ricerca di un centrocampista centrale

Nel gennaio del 2020, il Napoli si trovava nella necessità di rinforzare la propria mediana. L’operazione per il trasferimento di Stanislav Lobotka aveva subito dei rallentamenti, e l’allenatore Rino Gattuso chiese con urgenza un centrocampista da schierare davanti alla difesa. Mantovani e il suo team di scouting si misero al lavoro per individuare il profilo giusto, ma si trovavano di fronte a una sfida complessa. I nomi che venivano proposti non soddisfavano pienamente le richieste tecniche e tattiche che il Napoli necessitava.

Durante il processo di scouting, gli osservatori notarono Diego Demme, giocatore del RB Lipsia. Il suo utilizzo in una mediana a due e la capacità di rappresentare un anello di congiunzione tra la difesa e il centrocampo furono i fattori che catturarono l’attenzione degli scout. Ciò che colpì maggiormente chi si occupava delle strategie di mercato del Napoli fu il fatto che Demme, nonostante fosse visto come un titolare inamovibile da un Lipsia che occupava le prime posizioni della Bundesliga, avesse un’esperienza significativa nel recitare il ruolo di regista davanti alla difesa.

L’aneddoto che ha cambiato tutto

La storia di Demme è più intrigante di quanto possa sembrare a prima vista. Mantovani rivela come il nome “Diego” abbia suscitato una connessione emotiva all’interno del club. Si ripensò a un episodio del passato in cui erano stati a un passo dall’ingaggiare Diego Contento, un terzino sinistro che militava nel Bayern Monaco. Le reminiscenze di quel tentativo si fusero con il nuovo interesse per Demme.

Ciò che rese questa situazione ancora più significativa era il legame affettivo che i giocatori potevano avere con il Napoli. Il padre di Contento, fervente sostenitore del club, aveva battezzato il figlio con il nome “Diego” proprio per celebrare questa passione. Mantovani si chiese se anche Diego Demme avesse una storia simile alle spalle: un padre che sognava di vederlo indossare la maglia azzurra. Spinto da questo pensiero, il team di scouting decise di tentare la sorte e contattare il Lipsia per realizzare il trasferimento.

Un arrivo che ha segnato la stagione

Inaspettatamente, l’operazione andò a buon fine e Demme divenne un giocatore del Napoli. Il suo arrivo si rivelò cruciale per la squadra, in quanto contribuì a stabilizzare il centrocampo in un periodo di incertezze. La stagione, pur non priva di difficoltà, culminò con la vittoria della Coppa Italia, un successo che si intrecciò con la storia personale di Demme e la sua identificazione con il club partenopeo.

Mantovani conclude l’aneddoto sottolineando come la capacità di costruire relazioni umane intorno ai giocatori sia un aspetto fondamentale nel calcio professionistico. La connessione tra la famiglia, la passione e il desiderio di indossare la maglia del Napoli si rivelarono elementi decisivi per un acquisto che sembrava impossibile, dimostrando che nel mondo del calciomercato anche le storie personali possono fare la differenza.

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Filippo Grimaldi