Il racconto di un’amicizia che attraversa tempo e spazi, quello tra il medico napoletano Nicola Del Bello e lo scrittore Giuseppe Prezzolini, trova ora una nuova voce grazie alla pubblicazione del volume “Il medico e il professore”. Un’opera che raccoglie il loro lungo scambio epistolare, avvenuto tra il 1958 e il 1982, coprendo temi di grande rilevanza come la politica, la fede e la letteratura, rivelando così la ricchezza di un dialogo straordinario fra due menti di spicco del Novecento.
Nel 1958, Nicola Del Bello, un affermato primario e professore universitario di Torre del Greco, decide di contattare Giuseppe Prezzolini, all’epoca residente a New York. Del Bello invia alcuni versi al celebre scrittore, consapevole che la sua proposta potrebbe sembrare audace. Prezzolini, noto per il suo spirito anticonformista, accoglie con apertura la richiesta e risponde, dando inizio a una relazione epistolare che durerà per decenni. Questo primo scambio segna non solo l’inizio di una profonda amicizia, ma anche l’avvio di un confronto intellettualmente stimolante. Le lettere non si limitano a scambiare opinioni, ma diventano veri e propri dialoghi sui temi più complessi, tra cui il ruolo di Dio, il Caso e il libero arbitrio. Del Bello non si lascia intimidire dalla caratura del suo interlocutore e avanza argomentazioni audaci e personali, spesso sfidando le opinioni di Prezzolini.
Le due figure non sono solo legate dalle lettere: nel corso degli anni, gli scambi di vedute diventano anche un’occasione per incontri diretti. Con l’arrivo di Prezzolini a Vietri sul Mare, Del Bello non perde tempo per fargli visita. I due si incontrano spesso in una casa affacciata sul mare, immersi in conversazioni che spaziano dalla letteratura alle questioni personali, creando un legame che si rafforza attraverso confronti diretti. I passaggi da Vietri a Lugano diventano parte della loro routine, arricchendo ulteriormente i loro discorsi. Prezzolini trova anche il tempo di descrivere l’ambiente che lo circonda, creando un parallelo tra i panorami di Lugano e Salerno. La bellezza dei luoghi diventa un ulteriore elemento che unisce le loro storie e le loro visioni.
Uno dei temi principali nel loro dialogo è quello relativo alla concezione di Dio e al significato del Caso. Quando Giuseppe Prezzolini pubblica il suo libro “Dio è un rischio”, il medico napoletano risponde con fervore alla dedica, sottolineando il valore dell’intenzione e del libero arbitrio nell’incontro tra le loro esistenze. Del Bello respinge con decisione l’idea di una vita guidata unicamente dal Caso, sostenendo che ogni contatto, ogni parola scambiata porta con sé un significato che va al di là del semplice fato. Le lettere si trasformano così in un campo di battaglia filosofico, in cui entrambe le parti esprimono le proprie visioni, creando una tensione che rende il carteggio non solo un documento storico, ma anche un’indagine profonda sulle credenze umane.
Il carteggio non è solo un resoconto di incontri e idee, ma anche uno spazio per approfondire la riflessione sulla società contemporanea. Prezzolini si intrattiene su come la televisione e il cinema stiano assumendo un ruolo predominante nell’educazione delle nuove generazioni rispetto alla scuola, offrendo una lettura critica della modernità. Riportando una sua illustre osservazione, mette in guardia contro l’idea che il mero intrattenimento possa sostituire il pensiero critico. Del Bello, dal suo canto, si trova a riflettere sull’evoluzione della cultura, nei diversi contesti in cui vive e lavora, per costruire una sua visione umanistica del mondo, sempre più influenzata dalle esperienze interpersonali e dai dialoghi.
Il carteggio termina nel 1982, anno in cui Prezzolini fa firmare l’ultima lettera al proprio figlio Giuliano dopo la sua scomparsa, avvenuta il 14 luglio dello stesso anno. Questo scambio finale segna non solo la conclusione di una relazione profonda, ma anche la chiusura di un capitolo importante della letteratura e della cultura italiana del Novecento. La pubblicazione delle lettere, arricchita dalle opere dei curatori, offre ai lettori una finestra su un’epoca e una società in trasformazione, mettendo in luce l’importanza del dialogo e della corrispondenza nel mantenere viva la memoria di quei grandi pensatori. La presentazione del volume avvenuta a Roma il 28 novembre ha rappresentato un momento significativo per riscoprire l’eredità di Del Bello e Prezzolini, due intellettuali che hanno saputo connettere le loro vite e le loro idee in modi sempre nuovi e sorprendenti.