La recente decisione della ASL Napoli 1 Centro di internalizzare i servizi socio-sanitari ha portato all’improvviso licenziamento di circa 300 operatori socio-sanitari che operavano nel consorzio Gesco. Questo cambiamento, che avviene con largo anticipo sulla scadenza prevista del contratto, ha destato non poche preoccupazioni tra i lavoratori e i sindacati locali. Tra concorsi pubblici e reazioni dei diretti interessati, la situazione si prospetta complessa e carica di incertezze.
La ASL Napoli 1 Centro ha scelto di terminare l’appalto con il consorzio Gesco, inizialmente previsto per dicembre 2025, portando a licenziamenti di massa tra gli operatori. Questi lavoratori, specializzati nella cura di pazienti vulnerabili come anziani e sofferenti psichici, avevano un ruolo fondamentale nelle strutture della sanità pubblica, spaziando dall’assistenza domiciliare alle ospedalizzazioni. Con l’anticipo della chiusura dell’appalto, la ASL ha avviato un concorso per l’assunzione di 350 nuovi OSS, senza considerare la transizione per l’inserimento di questi professionisti nel servizio pubblico.
Il presidente del consorzio Gesco, Giacomo Smarrazzo, ha evidenziato l’impossibilità di ricollocare i lavoratori in altre mansioni: “Abbiamo appreso della chiusura dell’appalto a luglio, e ora ci ritroviamo a dover gestire la perdita di figure qualificate in un settore dove la relazione con il paziente è cruciale.” Gli OSS licenziati, con una fascia d’età compresa tra i 40 e i 60 anni, si trovano ad affrontare una realtà lavorativa incerta e inquietante.
Rita Ardizzone, OSS con oltre 15 anni di esperienza nel settore, ha espresso lo sgomento e la frustrazione sui licenziamenti: “Veniamo da un lungo periodo di lavoro e adesso ci viene negato il nostro impegno da decisioni prese dalla ASL. È come se il nostro contributo fosse stato spazzato via dall’oggi al domani.” Questo sentimento è condiviso tra i lavoratori, molti dei quali temono che le possibilità di partecipare al concorso pubblico non garantiscano il ritorno al lavoro.
Ciro Verdoliva, direttore della ASL Napoli 1, ha difeso la decisione di internalizzare i servizi, chiarendo che “i concorsi prevedono una riserva per chi ha lavorato in passato.” Tuttavia, molti auspicano che si potesse attendere la scadenza naturale del contratto, in modo da garantire continuità ai servizi offerti e la possibilità di partecipare al concorso con maggiore serenità.
L’interruzione anticipata dell’appalto alimenta una riflessione più ampia su una gestione della sanità pubblica che, secondo critici e addetti ai lavori, è in continua evoluzione ma non sempre efficace. Gli OSS di Gesco hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia di COVID-19, contribuendo a mantenere in piedi un sistema sanitario in crisi.
Molti operatori, descritti come “angeli” da coloro che hanno beneficiato della loro assistenza, si sentono adesso trascurati e abbandonati in un momento delicato. Le assunzioni nella gestione pubblica vengono viste come necessarie per contrastare la carenza di personale, ma la sostituzione degli OSS già formati con nuove figure non assicura un flusso ininterrotto di assistenza. La perdita di anni di esperienza e relazioni con i pazienti rappresenta una problematica non trascurabile, che incide sulla qualità collettiva dei servizi.
La situazione attuale dei lavoratori licenziati dal consorzio Gesco è sintomatica di una crisi più ampia nel settore sociale e sanitario, evidenziando tensioni tra le politiche di assunzione pubbliche e il benessere dei professionisti già attivi. Mentre la ASL indica che il nuovo concorso rappresenta un’opportunità, gli ex OSS restano scettici, temendo che la transizione avverrà a discapito delle loro competenze e esperienze consolidate.
L’evoluzione della vicenda sarà monitorata con attenzione, dato il significato sociale e professionale che ha per centinaia di lavoratori e per il sistema sanitario nel suo complesso. Con il futuro del concorso e le probabilità di assunzione nella pubblica amministrazione ancora da definire, i risvolti di questa situazione continueranno a influenzare il panorama socio-sanitario di Napoli.