La senatrice Liliana Segre, figura simbolo della memoria storica e della testimonianza sull’Olocausto, ha intrattenuto il pubblico con un videomessaggio emozionante. In questo contesto, è stato proiettato il docufilm dedicato alla sua vita presso la Citroniera della Reggia di Venaria, un evento organizzato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e moderato dalla giornalista Claudia Conte. Questo incontro ha messo in evidenza non solo la storia personale di Segre, ma ha anche sollecitato una riflessione collettiva sull’importanza della memoria nella società contemporanea.
Un messaggio dal cuore della storia
Nel suo videomessaggio, Liliana Segre ha parlato della sua vita e del significato del film che racconta le sue esperienze. “Spero che il film venga capito per quello che è: la storia di una vita,” ha sottolineato Segre, ricordando che la pellicola è stata girata prima di due date che hanno segnato profondamente il suo percorso: il 7 e l’8 ottobre. Queste ricorrenze hanno influito sul suo carattere e sulla percezione della realtà, rendendo il suo racconto ancora più incisivo. La senatrice ha manifestato il desiderio che il suo vissuto sia un insegnamento per le generazioni future e un ammonimento contro le barbarie del passato.
L’evento ha attratto l’interesse di numerosi partecipanti, dimostrando che il messaggio di Liliana Segre continua a risuonare fortemente. La sua volontà di raccontare la propria storia è guidata da un imperativo morale: garantire che le esperienze tragiche della Shoah non vengano dimenticate.
Un dibattito sul significato della memoria
Dopo la proiezione del docufilm, si è aperto un dibattito ricco di spunti di riflessione, moderato da Claudia Conte. Oltre alla senatrice Segre, erano presenti figure di spicco tra cui il regista Ruggero Gabbai e vari rappresentanti di istituzioni culturali e storiche. Michele Briamonte, presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ha espresso l’importanza di eventi come questo, sottolineando il ruolo dei beni culturali nella promozione di una coscienza civile. La scelta della Reggia di Venaria, patrimonio Unesco, non è casuale. Questo luogo rappresenta un ponte tra passato e futuro, amplificando il messaggio di responsabilità verso la memoria.
Durante la serata sono intervenuti anche esponenti delle comunità ebraiche, come Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino, e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah. Le loro dichiarazioni hanno messo in evidenza l’urgenza di affrontare l’antisemitismo odierno, che nonostante i decenni trascorsi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, continua a manifestarsi in forme preoccupanti.
L’importanza della testimonianza per le nuove generazioni
L’intervento del ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha ampliato il dibattito, invitando a considerare l’eredità lasciata da Liliana Segre. “Il suo impegno verso le nuove generazioni è fondamentale,” ha dichiarato Zangrillo. Con la sua testimonianza, Segre non solo racconta il passato, ma promuove un insegnamento prezioso per il futuro. È un appello a ogni cittadino a non lasciarsi andare all’indifferenza, per garantire che le atrocità del passato non si ripetano mai più.
La presenza di figure come Liliana Segre è essenziale in un contesto dove i valori della tolleranza e dell’accettazione sembrano non essere sempre rispettati. La sua storia rappresenta non solo una narrazione personale, ma un faro di speranza e responsabilità collettiva per un futuro migliore.
L’evento alla Reggia di Venaria, carico di risonanze storiche e culturali, ha confermato l’urgenza di mantenere viva la memoria della Shoah. La partecipazione e il coinvolgimento del pubblico attestano quanto sia rilevante oggi più che mai riflettere su questi temi.